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22 Nov, 2017

Acqua, tempo scaduto. La giunta proceda nella definizione degli ambiti

“Tempo scaduto. Siamo al punto della decisione: la Giunta deve procedere velocemente alla definizione degli Ambiti idrografici, perché questa è la scelta fatta, a partire dalla legge 5/2014, passando per le proposta di legge 238, dalle Mozioni e dagli Ordini del giorno approvati in Consiglio, fino alle dichiarazioni del Presidente Zingaretti in varie occasioni pubbliche.” Così ha replicato Gino De Paolis, Capogruppo di Insieme per il Lazio, alla risposta della Giunta alla interrogazione presentata da Insieme per il Lazio, per conoscere i tempi per l’approvazione da parte della Giunta degli Ambiti territoriali idrografici, legati alla legge 5/2014 e alla possibilità di pubblicizzazione della gestione del servizio da parte dei Comuni.

“Ringrazio pertanto l’Assessore Fabiani- ha proseguito De Paolis- che in Aula ha risposto per conto della Giunta, alla interrogazione presentata da Insieme per il Lazio, per sapere come la Regione intende procedere per la definizione degli Abi e per aver ribadito una presa d’atto, vale a dire la volontà di questa maggioranza di procedere nella direzione indicata dal Consiglio. Occorre però stabilire tempi certi ed accelerare su questo iter. La fine della legislatura è ormai vicina e il tema in questione non è solo un fatto di estrema importanza, in grado di caratterizzare politicamente questa amministrazione, ma è anche il modo con cui si rispetta l’impegno preso con gli elettori in coerenza con quanto espresso nel Referendum del 2011 da milioni di cittadini. Proprio per questo siamo soddisfatti che l’assessore Refrigeri, competente in materia, abbia fissato un appuntamento con i Comitati dei cittadini in difesa dell’acqua pubblica, il prossimo 29 novembre. Un incontro, per cui ci siamo fatti ambasciatori e la cui data è un altro segnale che mostra la volontà politica di procedere.

L’acqua pubblica e la possibilità per i Comuni di scegliere la modalità con cui gestire il servizio sono due aspetti imprescindibili di civiltà, sui quali non intendiamo fare neanche un passo indietro”. A dichiararlo Gino De Paolis, Capogruppo, Marta Bonafoni, Daniela Bianchi, Rosa Giancola e Riccardo Agostini Consiglieri di Insieme per il Lazio.

03 Ott, 2015

Il nostro sentiero dell’acqua pubblica

Non hanno vita facile, ma per i beni comuni c’è una strada per­cor­ri­bile all’interno dell’autostrada di asfalto e affari trac­ciata dallo Sblocca Ita­lia del governo Renzi. Il Lazio sta pro­vando a per­cor­rerla, alla voce “acqua pub­blica” e nel rispetto di quel refe­ren­dum che meno di cin­que anni fa ha por­tato 27 milioni di ita­liani a espri­mersi in modo incon­tro­ver­ti­bile su alcuni que­siti aggan­ciati al prin­ci­pio dell’acqua come “diritto umano fondamentale”.

In que­sti giorni il Con­si­glio regio­nale del Lazio ha appro­vato le modi­fi­che alla legge 5/2014 — la prima in Ita­lia ad aver attuato il refe­ren­dum — rispon­dendo così ai rilievi che Palazzo Chigi aveva mosso con­tro quel testo. “Inco­sti­tu­zio­na­lità”, diceva il governo, che nel frat­tempo con lo Sblocca Ita­lia da una parte e con la Legge di sta­bi­lità dall’altra ha sve­lato le sue vere inten­zioni, pun­tando senza se e senza ma a una gestione dell’acqua cen­tra­liz­zata, in mano ai pri­vati, alla fac­cia della par­te­ci­pa­zione dei Comuni e dei cit­ta­dini. L’aula della Pisana ha rispo­sto, ade­guando il testo senza smen­tire lo spi­rito refe­ren­da­rio, anzi met­tendo in sicu­rezza il con­cetto dell’esclusione della “fina­lità di lucro” quando si parla di acqua.

È stato un lavoro deli­cato, paziente, in costante rac­cordo con i movi­menti dell’acqua e che ha visto alla fine espri­mersi all’unanimità la mag­gio­ranza, con il Movi­mento Cin­que Stelle e con il centro-destra. Un lavoro di una Regione-Davide che si scon­tra con­tro un governo-Golia che pur di arri­vare all’obiettivo fa leva per­sino sulle casse sem­pre più impo­ve­rite degli enti locali, allun­gan­do­gli il boc­cone dell’alleggerimento del patto di sta­bi­lità in cam­bio della (s)vendita dei ser­vizi pubblici.

L’altro giorno abbiamo dato al governo un primo stop. Adesso ci aspetta la par­tita più impe­gna­tiva, quella della defi­ni­zione degli Ambiti di bacino idro­gra­fico, con la quale final­mente armo­niz­zare la gestione dell’acqua non con le logi­che del pro­fitto ma con la forma e la natura del nostro ter­ri­to­rio. I suoi fiumi, le sue sor­genti, le sue mon­ta­gne, la sua popolazione.

Non siamo soli, sulla strada che abbiamo aperto con­trad­di­cendo il pen­siero unico che ci governa. Abbiamo dalla nostra dei com­pa­gni di viag­gio pre­ziosi: Papa Fran­ce­sco, che con la sua enci­clica “Lau­dato sì” mette a fuoco in maniera cri­stal­lina il legame fra l’acqua e gli eco­si­stemi ter­re­stri e umani. Il Par­la­mento euro­peo, che ha votato l’inserimento dell’”acqua diritto umano” all’interno della legi­sla­zione comu­ni­ta­ria. Abbiamo infine dalla nostra lo sce­na­rio che i migranti, con i loro corpi di uomini, donne, bam­bini e vec­chi, hanno spa­lan­cato quest’estate davanti ai nostri occhi: che si scappi per guerra o per fame, la fuga nasce sem­pre da un assalto pre­da­to­rio alle risorse natu­rali di quei Paesi.

Per­cor­rendo il sen­tiero dell’acqua il Lazio quindi prova ad assu­mere su di se una grande sfida: quella di una poli­tica che sap­pia riap­pro­priarsi del prin­ci­pio della “respon­sa­bi­lità”, che è innan­zi­tutto — come dice Sal­va­tore Set­tis –respon­sa­bi­lità verso chi è distante da me, per pro­ve­nienza geo­gra­fica o di ceto sociale. La respon­sa­bi­lità di un’istituzione che lavori per dare nuova forza e vigore a una demo­cra­zia ormai sem­pre più fiac­cata da scelte scel­le­rate. Inde­bo­lita, anche, da quel refe­ren­dum vio­lato che tanta pas­sione civica aveva susci­tato nel nostro Paese.

Il Manifesto

30 Set, 2015

Acqua, ribadito lo spirito del referendum. Ora la legge sugli ambiti

“Con l’approvazione della legge 276 abbiamo fatto ordine e risolto le questioni legate all’impugnativa del Governo sulla Legge 5/2014 riguardante il riordino del sistema idrico, ribadendo lo spirito referendario del 2011 che ci ha condotto ad approvare la norma più avanzata d’Italia in tema di Acqua Pubblica.” A dichiararlo sono Gino De Paolis e Marta Bonafoni, Capogruppo e Consigliera Sel alla Regione Lazio.

“Con questa Legge infatti – spiegano- composta da soli sei articoli, oltre a risolvere i punti impugnati della L. 5/2015, torniamo a sottolineare un principio fondamentale: l’esclusione della finalità di lucro legata alla gestione della risorse idrica, pur mantenendo gli equilibri economici e finanziari della gestione stessa.

Il prossimo passo è ora l’approvazione della legge che ridefinisce gli ambiti di bacino idrografico (Abi) al posto degli attuali ambiti ottimali territoriali (Ato), che come Sinistra Ecologia Libertà, con altri dodici Consiglieri di maggioranza e opposizione, abbiamo già depositato e che deve essere incardinata nei lavori d’Aula. A ribadire l’importanza di questa seconda tappa è un Ordine del Giorno approvato all’Unanimità con cui il Consiglio si impegna a legiferare in tempi strettissimi, pari a novanta giorni.

Il percorso prevede un tavolo tecnico composto dalle associazioni, dai comitati e dall’Assessorato competente, al fine di giungere ad una proposta condivisa di istituzione di ambiti di bacino idrografico che rispettino i requisiti di omogeneità idrografica e di sostenibilità economica.

Si tratta di un passaggio fondamentale – concludono- non solo per la conclusione dell’iter che dovranno intraprendere i futuri Abi, ma soprattutto per rendere possibile l’applicazione dei principi referendari su tutto il territorio laziale.”

19 Mar, 2014

Acqua bene comune, la regione Lazio approva la legge che riscatta il referendum

Il 17 marzo la Regione Lazio ha approvato la legge sulla gestione pubblica e partecipata dell’acqua. Un testo all’avanguardia con il quale la nostra Regione ha recepito, prima in Italia, i risultati del referendum del 2011, facendo propria una legge d’iniziativa popolare frutto proprio di quel meraviglioso movimento che fece la primavera del nostro Paese ormai quasi tre anni fa.

Il percorso verso l’approvazione della nuova legge è cominciato praticamente subito, all’indomani dell’insediamento della nuova maggioranza guidata da Nicola Zingaretti. Era il 25 marzo 2013 e fummo proprio noi a far entrare dalla porta principale del Consiglio regionale movimenti e sindaci, carichi di scatoloni, per far loro consegnare al presidente dall’aula le 40 mila firme raccolte nel nostro territorio grazie anche al contributo di 40 sindaci del Lazio.

Quel giorno insieme a quelle scatole ci venne consegnata una grandissima responsabilità: quella di prenderci cura e di rispettare i risultati del referendum, noi sinistra di governo, mentre in Italia gli assetti nazionali usciti dalle urne già entravano in un vortice di caos, mentre era chiaro che la volontà di 27 milioni di italiani sarebbe caduta ancora una volta vittima delle strane alleanze e delle velenose alchimie.

Da quel 25 marzo la Regione Lazio aveva un anno di tempo per legiferare. ”Rispettate la volontà popolare – ci ammonirono giustamente i referendari – o meglio far naufragare la legge e andare a un nuovo referendum, stavolta locale”. Non è successa né l’una né l’altra cosa. Ce l’abbiamo fatta: abbiamo approvato la legge così com’era, anzi migliorandola, nelle parti in cui risultava incostituzionale.

Non è stato un percorso semplice, e neppure lo consideravamo scontato.

Ci abbiamo lavorato, con convinzione, fatica, passione, mettendo in pratica quel laboratorio politico e di cambiamento che è il Lazio, che vede accanto in un’alleanza solida il Pd e Sel e dentro la maggioranza pezzi di società civile e dei movimenti.

Il successo che abbiamo ottenuto sull’acqua è stato insomma il frutto di un approccio propositivo e partecipato alla politica, di una concertazione che ci ha visto insieme ai movimenti, ai sindaci, a pezzi di sindacato, il Consiglio e la Giunta regionale: noi a cedere sovranità di fronte a una domanda ampia vera e condivisibile che arrivava dal basso, loro ad accordarci fiducia, sia pure da vigili sentinelle del risultato finale.

Così oggi il Lazio si è dotato di una norma che parla dell’acqua come bene comune e diritto universale, da gestire senza fini di lucro, con la creazione di un fondo che ne permette la ri-pubblicizzazione, con il protagonismo dei territori e dei cittadini nella gestione partecipata delle risorse idriche. Il testo è passato in aula con un voto all’unanimità. Anche il Movimento Cinque Stelle stavolta non ha potuto urlare più forte, si è dovuto unire al nostro coro.

Ma la Regione Lazio il 17 marzo non ha solo approvato un’ottima legge, ha anche voluto mandare un segnale inequivocabile della sua volonta’ di sanare in maniera netta la frattura che c’è nel nostro Paese fra istituzioni e cittadini.

I referendari dicono che adesso auspicano che da noi parta una reazione a catena. Ancora una volta siamo d’accordo con loro.

Marta Bonafoni – consigliera regionale Lazio
dal sito di Sinistra Ecologia Libertà

17 Feb, 2014

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Sabato 1 e Domenica 2 Marzo
SCUP – Sport e Cultura Popolare
Via Nola 5 – Roma

Assemblea Nazionale Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

L’approfondimento della crisi economica e sociale, il crescente rafforzamento delle politiche d’austerità, il continuo attacco ai beni comuni e agli esiti referendari ci ha portato a valutare la necessità di una discussione ampia e generale che da una parte mantenga un focus sulle campagne volte alla gestione pubblica e partecipativa dell’acqua, all’attuazione dei referendum e dall’altra affronti i nodi cruciali emersi con la crisi ponendosi l’obiettivo di sviluppare nessi, ripensare e rafforzare la costruzione delle connessioni e delle relazioni con tutti i soggetti che si battono per i beni comuni e per la fuoriuscita dal modello neoliberista. Si tratta di attivare tutte le sinergie necessarie per giundere a pratiche sociali incisive. In particolare, a questo fine riteniamo fondamentale affrontare le questioni del reperimento delle risorse e di una nuova finanza pubblica, delle forme della democrazia, della conservazione delle risorse e della giustizia ambientale”.

Per queste ragioni invitiamo tutte e tutti a partecipare e contribuire alle due giornate di discussione.

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Programma

SABATO 1 MARZO

ore 10.30-13.00 – assemblea plenaria introduttiva
ore 13.00-14.00 – Pausa pranzo
ore 14.00-16.30 – gruppo di lavoro “campagne nazionali e diritto all’acqua”
ore 14.00-16.30 – gruppo di lavoro “acqua e finanza”
ore 17.00-19.30 – gruppo di lavoro “acqua e democrazia”
ore 17.00-19.30 – gruppo di lavoro “tutela dell’acqua, del suo ciclo integrato e salute”
Sabato sera: cena sociale

DOMENICA 2 MARZO

ore 9.30-13.30 – Assemblea plenaria conclusiva

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APPELLO

Sabato 1 e domenica 2 marzo il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua terrà a Roma la sua assemblea nazionale.

Un importante appuntamento che cade in un contesto molto diverso da quello in cui è maturata, nel giugno 2011, la straordinaria vittoria referendaria, quando la maggioranza assoluta del paese si è schierata contro le politiche liberiste di privatizzazione, affermando l’acqua come bene comune e diritto umano universale e la sua gestione come necessariamente pubblica, fuori dalle logiche del profitto e partecipata dalle comunità locali.

Oggi, l’approfondimento della crisi e la perpetuazione delle politiche di austerità, portate avanti senza soluzione di continuità dall’Unione Europea e dai governi nazionali, assumono i connotati di una vera e propria guerra alla società, volta alla precarizzazione totale del lavoro e della vita, allo smantellamento del welfare, alla privatizzazione dei beni comuni, alla finanziarizzazione della società e della natura.

Nel nostro Paese, tale processo assume una valenza ancor più radicale, per la condizione di frammentazione sociale e di verticale crisi della democrazia rappresentativa, cui i poteri forti cercano di rispondere con un di più di accentramento autoritario delle decisioni e di spoliazione dei diritti di democrazia.

Il contesto delineato ci dice come, tanto per il movimento per l’acqua quanto per ogni altra esperienza di movimento e di conflittualità sociale in campo, occorra oggi un salto di qualità, nell’analisi, nella definizione dei nessi fra le diverse vertenze, nella costruzione di intrecci, nell’attivazione di percorsi di mobilitazione comune.

Dentro l’acuirsi della crisi che distrugge diritti e democrazia, occorre che le battaglie per l’acqua e l’insieme dei beni comuni, quelle per i bisogni sociali e la salvaguardia dei territori da opere devastanti, assumano una conflittualità diretta e coesa nei confronti della persistenza di politiche liberiste e recessive.

Non partiamo da zero. Già nella precedente assemblea nazionale del 2012 e con la realizzazione la scorsa estate del campeggio sull’Amiata – a cui è seguita la mobilitazione territoriale “Contro ogni forma di colonialismo” del 12 ottobre promossa dal Forum insieme ai movimenti latinoamericani e le manifestazioni del 12, 18 e 19 ottobre a cui il movimento dell’acqua ha partecipato – avevamo individuato e proposto alla discussione collettiva alcuni temi di fondo, attraverso i quali affrontare questo nuovo passaggio: la finanza, la democrazia, il diritto alla salute e all’ambiente.

Finanza e democrazia come nessi che possono aiutare i movimenti a passare dall’azione a valle per resistere alle conseguenze delle scelte liberiste al passaggio a monte, ovvero ad affrontare il cuore del problema: chi/dove decide e da dove proviene/come viene destinata la ricchezza sociale prodotta; il diritto alla salute e all’ambiente come nodo fondamentale di contrasto alle politiche di austerità e di mercificazione che accomuna la gran parte delle conflittualità in campo sui beni comuni e per tutti i soggetti che si battono per l’ampliamento della democrazia.

In questa direzione vorremmo fare un ulteriore passo in avanti, mettendo la nostra assemblea nazionale da subito a disposizione come luogo per il confronto con tutti i movimenti per i beni comuni in campo.

Vorremmo capire assieme come affrontare questa nuova fase, vorremmo confrontarci con tutte e tutti su come costruire percorsi che, nell’approfondire i nessi e gli obiettivi, individuino anche gli strumenti e le azioni capaci di renderli praticabili.

Crediamo, oggi più mai, che occorra costruire una nuova stagione di mobilitazione sociale, a livello territoriale e nazionale, per opporsi con determinazione alle politiche di austerità e alla totale spoliazione dei diritti e dei beni comuni in campo: per questo vi invitiamo a partecipare alla nostra assemblea nazionale, portando i contenuti delle vostre esperienze e realtà.

In fondo, si tratta semplicemente di riappropriarsi di ciò che ci appartiene.

07 Feb, 2014

Avenali-Bonafoni: acqua, la legge regionale rispetti i principi referendari

Il consiglio comunale aperto che si è tenuto stamattina a Ciampino, al quale abbiamo partecipato insieme ai colleghi consiglieri regionali Simone Lupi ed Eugenio Patanè,  è stata una iniziativa molto importante per dare voce e forza ai principi che i Comitati per l’acqua pubblica promuovono, sostenuti da amministratori locali.

Il principio fondamentale che abbiamo voluto ribadire come Consigliere del gruppo Per il Lazio è che sull’acqua non si può lucrare; si tratta di un bene di interesse generale, come sancito dalla normativa europea, e molti esempi virtuosi di città europee come Parigi e Berlino, dimostrano come non sia necessaria una gestione privata per garantire l’economicità, l’efficacia e l’efficienza della gestione del sistema idrico.

Il Consiglio Regionale ha già implementato diverse azioni per velocizzare e valorizzare il percorso di approvazione della proposta di legge n. 31 “Iniziativa referendaria propositiva concernente: Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” supportata da 40 Comuni che rappresentano 40mila cittadini della nostra Regione, un testo ricco di importanti principi che
deve rappresentare la base della nuova legge regionale sul sistema idrico integrat.

È stata fatta un’audizione con i promotori in Commissione Ambiente, è stato realizzato un seminario il 12 novembre scorso, alla presenza di esperti nazionali ed internazionali, per avviare  proprio il percorso della nuova legge sull’acqua nel Lazio.
Infine, durante il Consiglio regionale che ha discusso il bilancio, è stato approvato un Ordine del Giorno di cui siamo firmatarie, sottoscritto da altri 20 consiglieri regionali, che impegna la Giunta ad una moratoria contro l’obbligo di cessione da parte dei Comuni dei propri servizi idrici ai gestori degli ATO fino all’approvazione della nuova legge regionale, ed all’istituzione di un “Fondo regionale per la ripubblicizzazione”, con lo scopo di favorire la gestione del servizio idrico integrato tramite soggetti di diritto pubblico, dando così seguito ad uno dei principi sanciti nella proposta di legge.

La delibera di giunta n. 40, contenente le Linee guida per la nuova legge regionale, ha certamente dei punti da correggere, ma va anche apprezzata la volontà dell’Assessore Fabio Refrigeri di rivederla e condividerla per migliorarla insieme a cittadini, comitati ed enti locali.

I cittadini devono continuare a giocare un ruolo chiave nel processo di approvazione della legge: non solo tramite le audizioni e gli incontri, ma condividendo e progettando, rivedendo e migliorando la proposta finale di legge che deve partire dal testo base presentato dai comitati e amministrazioni locali, ed in seguito all’approvazione della legge, assumendo un ruolo di controllo e garanzia insieme ai Comuni stessi.

Certamente, la nuova legge regionale sul servizio idrico dovrà contenere degli elementi imprescindibili, come la determinazione delle tariffe che non dovrà essere l’unica via per trovare i soldi per gli investimenti, da realizzare invece con fondi europei e nazionali, per evitare che i cittadini paghino le conseguenze della “mala gestione” di questi anni – ma anche la possibilità di scelta su come gestire il servizio idrico per i Comuni, e quindi sicuramente la revisione dell’ATO unico previsto nelle linee guida.

Tuttavia è necessario anche che la Regione non diventi un ente gestore, ma riacquisisca il suo ruolo di programmazione, pianificazione e indirizzo anche in questa materia. Un altro tema fondamentale sarà rispettare le tempistiche, e quindi tornereremo con forza a chiedere che la Commissione Ambiente si riunisca al più presto per iniziare i lavori ed arrivare ad
approvare la nuova Legge entro il 25 marzo prossimo.

La Regione Lazio ha un’opportunità unica per distinguersi come prima regione italiana che legifera su questo tema per una gestione pubblica nel rispetto dei principi del referendum del 2011: non dobbiamo perdere questa occasione, possiamo intraprendere un percorso di innovazione e modernità, nel rispetto del principio fondamentale che l’acqua è un bene comune, un servizio di interesse generale su cui non si può speculare economicamente, applicando concretamente la partecipazione che deve essere l’elemento distintivo di questo governo regionale.

12 Set, 2013

Ripubblicizzare si può, ripubblicizzare si deve

Martedì 24 Settembre, ore 15.30
Casa Internazionale delle donne
Via della Lungara, 19 – Roma

Convegno sulla legge regionale per l’acqua pubblica
Verso l’approvazione della Legge Regionale per la gestione pubblica e partecipata dell’acqua nel Lazio

Programma del convegno

Ore 15.30. Saluti e introduzione del Coordinamento regionale acqua pubblica Lazio

Ore 15.45. Interventi di:
Emanuele Lobina – PSIRU, Business School, University of Greenwich, UK. La ripubblicizzazione del SII nel contesto europeo
Alberto Lucarelli – Ordinario di diritto costituzionale università di napoli federico II. Le possibili “vie per la ripubblicizzazione” in Italia e nel Lazio
Dorothea Haerlin*- Berliner Wassertisch (Movimento per l’acqua berlinese). Il caso della ripubblicizzazione dell’acqua a Berlino.
Bengasi Battisti – Coordinamento Nazionale Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e la gestione pubblica del servizio idrico e Sindaco del Comune di Corchiano (VT). La proposta di Legge Regionale n°31: un’opportunità da cogliere
Cristiana Avenali – Consigliera Regionale – Membro della Commissione Ambiente. Il percorso istituzionale della legge n°31

Ore 17.00 – Dibattito

Ore 18.30 – Chiusura

* in attesa di conferma

A oltre due anni dai referendum del 12 e 13 giugno 2011 continua, in tutta Italia, la mobilitazione per la piena applicazione degli esiti referendari a difesa dell’acqua e della democrazia.

Dopo la straordinaria vittoria referendaria e i molteplici tentativi politico-amministrativi per annullarne il risultato, è sempre più viva la necessità di contribuire a dare piena applicazione all’esito del referendum, rispettando così i principi di democrazia grantiti dalla nostra Costituzione.

In diversi territori si sono intanto aperti percorsi di ripubblicizzazione: oltre all’esperienza di Napoli, che ha concluso il processo di trasformazione della società a totale capitale pubblico in azienda speciale, da Palermo a Torino, dalla Romagna alla Toscana, l’uscita dal circuito delle SpA ha smesso di essere un tabù per le amministrazioni locali, contribuendo a sanare le troppe illegittimità negli affidamenti diretti a questi enti di diritto privato.

Anche nella nostra Regione è stato elaborata una proposta di legge popolare per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico nel Lazio, presentata grazie all’approvazione a maggioranza qualificata di 39 consigli comunali, e con il sostegno di quasi 40.000 firme di elettori della Regione. Grazie allo strumento del referendum propositivo se il Consiglio Regionale non approverà, entro marzo 2014, una legge che ricalchi quella presentata, il testo della proposta di legge sarà sottoposto a referendum regionale.

Per questo intendiamo accompagnare il percorso della legge con iniziative di comunicazione, diffusione e mobilitazione che coinvolgano cittadini e ammistrazioni, nell’ambito delle quali si colloca il convegno del prossimo 24 settembre, oggetto del presente invito. In questo quadro pensiamo infatti sia di grande interesse, per le amministrazioni locali, per i comitati e per i lavoratori del settore, un confronto sui temi legati ad un’idea di servizio pubblico di qualità e partecipato.

In un momento in cui l’operato degli enti di prossimità è messo in forte difficoltà dai provvedimenti nazionali legati alla spending review e al patto di stabilità interno, è indispensabile non solo definire e proporre nuovi sistemi di finanziamento del servizio idrico e dei servizi pubblici locali, ma anche rafforzare la collaborazione tra gli enti locali anche nell’ottica di un’azione politica comune che rimetta al centro la capacità dei Comuni di governare pienamente i propri territori secondo il mandato democratico delle comunità locali.

Per questo si terrà il 24 settembre, alle ore 15.30, presso il Centro Congressi della
Casa Internazionale delle donne, in Via della Lungara 19 (Trastevere) – 00165 Roma. Per il convegno:

12 Giu, 2013

A 2 anni dal referendum rafforzare l’impegno

“Buon compleanno Referendum”. A due anni dalla vittoria referendaria per l’acqua pubblica e contro il nucleare, le consigliere regionali Marta Bonafoni e Cristiana Avenali del Gruppo ‘Per il Lazio’ saranno presenti oggi 12 giugno in piazza S. Cosimato all’incontro con Stefano Rodotà promosso dai Comitati su ‘Fuori i privati dall’acqua verso la ripubblicizzazione di Acea’”.

Lo affermano in una nota le Consigliere regionali Marta Bonafoni e Cristiana Avenali Gruppo “Per il Lazio”.

“A due anni esatti da quella forte ed inequivocabile espressione di volontà dei cittadini e delle cittadine a difesa dell’acqua pubblica e per l’accesso alle risorse vitali – spiegano Bonafoni e Avenali – sia oggi ancora più importante rilanciare quelle parole d’ordine a difesa del bene comune acqua e per la ripubblicizzazione di Acea. Come consigliere ci stiamo facendo carico sin dall’inizio della legislatura di sostenere in Consiglio Regionale gli obiettivi del Referendum popolare lanciato anche da alcune amministrazioni locali della Regione Lazio per chiedere l’emanazione di una legge regionale per la ‘Tutela, il governo e la gestione pubblica dell’acqua’”.

11 Dic, 2012

Dopo l’estate, ritorna l’acqua

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Questo mese parto raccontandovi i fatti miei, o meglio del mio indirizzo di posta elettronica, uscito dalla fisiologica boccata d’aria d’ogni estate (cioè i contatti che vanno, anche loro, in vacanza) con un massiccio e gradito ritorno: da più parti infatti il “bentornata” mi è arrivato con un appello del Coordinamento romano acqua pubblica, il CRAP, che mi invitava a mobilitarmi per un’altra firma, un altro referendum, per una nuova battaglia. Ancora?!, direte voi se siete digiuni del nuovo obiettivo che i comitati si sono dati. Ancora sì, risponderebbero loro, netti e anzi concitati con i loro comunicati settembrini, perché un anno e più è passato dalla vittoria referendaria del giugno 2011 eppure l’esito di quella consultazione è ben lungi dall’essere stato rispettato. Ecco allora l’esigenza di un nuovo referendum, stavolta propositivo, per spingere la Regione Lazio verso una gestione del servizio idrico pubblica e partecipata e blindare così la vittoria del primo quesito, felicemente travolto a suo tempo dai sì del popolo dell’acqua. Il punto però non è il merito della nuova consultazione che pure deve raggiungere 50 mila firme, né tanto meno lo stato di pinguedine della mia posta, il punto è come spesso ci capita da queste parti un punto di domanda: come sta il popolo dell’acqua? Non benissimo, raccontano senza reticenze dal CRAP: più difficile è stato ed è infatti questa volta organizzare i banchetti, più difficile veder decollare quel meccanismo di coinvolgimento individuale, davvero uno a uno, che aveva fatto la fortuna del referendum un anno fa. “Evidentemente anche tra noi è scattato il meccanismo della delega”, ragionano allora nel Coordinamento, ammettendo i limiti che sta incontrando sul lungo periodo quel meccanismo di democrazia diretta che aveva fatto la magia della primavera scorsa. Una stanchezza e uno sfilacciamento dati dal tempo che passa senza che si possa cantare vittoria. Perché è così: se è vero che sull’acqua i movimenti si sono trovati a costruire in Italia un nuovo “paradigma culturale” è altrettanto vero che il loro percorso si è mosso in un contesto difficilissimo, frutto della sommatoria tra la crisi globale e le risposte arrivate dai “governi tecnici”. Per questo anche per i movimenti per l’acqua è fondamentale che col voto del 2013 torni la politica, per questo non è per niente indifferente il risultato che uscirà da quelle urne.

(articolo pubblicato nel numero di ottobre 2012 del Paese Sera)