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Trovo incredibile e gravissimo quanto successo ieri all’avvocato Dario Dongo. Come ha raccontato lui stesso c’è voluto il contributo di persone di buona volontà che hanno sollevato la sua carrozzina, per consentirgli di passare dalla metro A alla linea B, dato che gli ascensori erano, come sempre più spesso accade rotti e inaccessibili per persone in sedia a rotelle, anziani, non deambulanti, donne incinta.

Questo è successo a Termini, il principale nodo di scambio della Capitale e poi si è ripetuto a Flaminio, altra importante stazione della città. Al momento, a quanto si apprende dalla stampa, solo lungo la linea A sono dodici le stazioni interessate da guasti, quasi altrettante quelle lungo la B/B1, a cui si aggiungono i consueti problemi della C e delle ferrovie Roma-Lido e Roma-Viterbo.

Tutto ciò è inammissibile. Sono troppi anni che questa città è privata di una mobilità che corrisponda almeno ai minimi standard di civiltà. Questo stato pietoso dei mezzi pubblici, ormai diventato la norma, impedisce la libera circolazione dei cittadini, il normale svolgersi della quotidianità delle persone, la mobilità cittadina e in ultimo è escludente per le persone in svantaggio. Sosteniamo la denuncia di Dario Dongo e ci auspichiamo che nel prossimo dibattito elettorale ci si occupi per prima cosa di questo tema urgente per le sorti di una Capitale.

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