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Leggo dalle agenzie di stampa che Carlo Calenda si appresta a mandare il suo curriculum vitae nelle case dei romani, perché possano giudicarlo in quanto suoi futuri “datori di lavoro” come sindaco.

Mi permetto di consigliare all’ex ministro di non aggiungere in quel curriculum neppure una riga della sua intervista a Fanpage in cui oggi attacca a testa bassa i sindacati, colpevoli secondo lui di aver bloccato il consiglio comunale di Roma. Affermazioni gravi, sprezzanti e figlie tra l’altro di un’altra stagione politica, ma soprattutto parole che rappresentano esattamente il contrario di ciò che occorre a Roma.

Come abbiamo scritto nella Carta d’intenti della coalizione “Insieme per Roma”, la città potrà ripartire se saprà mettere al centro il valore del lavoro e del dialogo sociale.

 

 

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