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Gli spazi sociali a Roma costituiscono un nodo fondamentale: esperienze che andrebbero tutelate e salvaguardate. La vicenda che in questo momento sta attraversando Scup Sport e Cultura Popolare, in via della Stazione Tuscolana – a cui è stata richiesta la riconsegna delle chiavi entro il prossimo lunedì – dimostra invece quanto, l’amministrazione capitolina non sia in grado di attuare un modello di governance che tuteli tali spazi.

Si tratterebbe dell’ennesimo sgombero, che andrebbe a colpire ancora una volta una realtà e uno spazio di aggregazione romana, che anima il quartiere e che durante i mesi di quarantena non ha sottratto il suo impegno ed il suo supporto alla popolazione. Un’ esperienza che ha ridato respiro ad un luogo abbandonato ed isolato e che oggi vive della partecipazione attiva degli abitanti e degli attivisti che attraverso corsi, laboratori ed attività formative, guardano al benessere e alla salute delle persone.

Un gesto che non apre al dialogo e anzi simboleggia un atteggiamento di contrasto a quello che su Roma dovrebbe essere un rapporto aperto, fruttuoso e proficuo.
Realtà come quella di Scup non possono essere cancellate, aprire un confronto che riesca a portare ad una soluzione concreta è quantomai necessario.

Come Regione Lazio abbiamo già iniziato da tempo un percorso in questo senso attraverso l’approvazione della legge sulla “Promozione dell’amministrazione condivisa dei beni comuni” e del relativo Regolamento, che simboleggiano la volontà e l’impegno da parte della Regione.

È necessario intraprendere una strada in grado di proporre una nuova politica, a favore dei luoghi di aggregazione sociali, simboli e linfa della nostra città.

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