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Cinque anni fa il Lazio stava dentro il commissariamento della Sanità per due motivi: il disavanzo finanziario e i bassi livelli prestazionali di tutto il comparto. Oggi non solo siamo protagonisti di un assestamento finanziario, ma è migliorata la qualità delle cure. Nella nostra regione c’è stato il maggior incremento italiano dei livelli di assistenza, che nel 2013 erano sotto la soglia minima di adempienza e nel 2017 l’hanno superata ampiamente.
I dati che questa mattina ci sono stati illustrati in occasione di PRe.Val.E. (Programma Regionale di Valutazione degli Esiti degli interventi sanitari 2018) danno l’idea di una Regione attenta alle disuguaglianze ed al loro contrasto: importante l’assottigliamento della differenza nell’accesso ad alcune prestazioni sanitarie di fasce di popolazione più o meno istruite e del ricorso al parto cesareo, che in generale diminuisce di cinque punti rispetto al 2012. Per quanto riguarda le donne dobbiamo essere felici dei progressi ottenuti nella chirurgia oncologica, grazie ad un aumento della proporzione di intervento ricostruttivo della mammella simultaneo all’intervento di ricostruzione del tumore, anche se molto ancora dobbiamo fare sulla promozione del percorso di controllo successivo alle dimissioni. Passi in avanti lucidi e responsabili, quindi, in una Regione che dice le cose come stanno.

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