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Nel difficile periodo che stiamo vivendo, l’impegno della politica come istituzione e come forma di interazione tra società e cittadinanza deve essere tale da garantire e restituire un’immagine della città solidale e giusta in grado di limare le disuguaglianze e le differenze che a causa della pandemia non hanno fatto che acuirsi ancora di più.

Per questo, voglio sostenere la richiesta dei coordinatori e delle coordinatrici della Rete dei Numeri Pari che questa mattina in conferenza stampa hanno chiesto un incontro ufficiale al Prefetto di Roma, già precedentemente invitato al dialogo, ma dal quale finora non è pervenuta risposta.

L’immagine di Roma mostra una situazione che già prima dell’era Covid era di per sé allarmante: la contrazione della libertà che l’intero Paese (e non solo) ha visto applicare come misura da adottare per contenere e contrastare la diffusione del virus, se per molti ha significato un sacrificio in vista di un riadattamento dei tempi e degli spazi, per altri ha avuto come conseguenza una vera e propria sospensione dei diritti, delle libertà e delle tutele. Un’emergenza che passa dal disagio abitativo alla disoccupazione, dall’insufficienza di misure di ristoro a condizioni sociali e di vita che rasentano la dignità.

Ridurre e colmare il gap sociale e sostenere quelle fasce di popolazione in maggiore difficoltà – proteggendole e tutelandole – è un impegno che, come amministrazioni, realtà sociali, sindacali e associative dobbiamo portare a termine con dedizione, coesione e convinzione. Mi auguro che il Prefetto di Roma ascolti ora tale richiesta.

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