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Nelle polemiche intorno alla frase pronunciata dalla professoressa del liceo Righi nei confronti della studentessa trovata a girare un video a pancia scoperta in classe durante un’ora di buco “Non sei sulla Salaria”, continuano a mancare all’appello le scuse anche all’altra metà del cielo di questa storia: le donne che sulla Salaria esercitano una professione spesso loro malgrado, sfruttate e in stato di necessità”.

Ho sostenuto questo oggi durante l’audizione della dirigenza scolastica e dei rappresentanti delle studentesse e degli studenti del liceo Righi di fronte alla IX commissione della Regione Lazio.

“Abbiamo ascoltato dalle parole mature e responsabili della rappresentanza studentesca la richiesta di percorsi scolastici contro il sessismo e di approfondimento sull’educazione all’affettività, di una informazione corretta che approfondisca più che cavalcare un titolo clamoroso e frettoloso, di istituzioni vicine ai loro bisogni sempre e non solo in presenza di “una notizia”.

Mi auguro dunque che il percorso di approfondimento scaturito dopo il grave episodio comprenda non solo la considerazione dell’insulto alla ragazza ma anche alle altre persone offese in quella frase. Il fatto stesso che la docente si sia limitata a riprendere lei e non anche il suo compagno di scuola conferma uno stereotipo purtroppo tanto diffuso, persino nelle istituzioni, che ancora tendono a criminalizzare chi si prostituisce anziché volgere decisamente lo sguardo verso sfruttatori e clienti.

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