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Domani ricorre l’anniversario di uno dei fatti più tragici della storia di Roma e della Seconda Guerra Mondiale. Il 17 aprile del 1944 le truppe nazifasciste che occupavano la Capitale rastrellarono il quartiere Quadraro deportando circa 750 cittadini dai 16 ai 55 anni, alcuni dei quali non fecero più ritorno a casa.

E’ necessario mantenere viva la memoria di questo tragico evento per rafforzare ogni giorno la nostra democrazia nata dalla Resistenza. Ancor di più in un momento come questo che vede scomparire i testimoni di quei giorni.

Per questo ho depositato una mozione a mia prima firma ma con la sottoscrizione di tutti i capogruppo di maggioranza del Consiglio della Regione Lazio: Marta Leonori (Pd), Loreto Marcelli (M5S), Paolo Ciani (Demos), Alessandro Capriccioli (+Europa Radicali), Daniele Ognibene (Liberi e Eguali). 

La mozione impegna il presidente e la giunta a sostenere attivamente le iniziative celebrative del rastrellamento del Quadraro promosse dalle associazioni impegnate nella salvaguardia della memoria e le attività di ricerca collegate e a promuovere la conoscenza e l’approfondimento, soprattutto verso le nuove generazioni, degli avvenimenti storici del periodo della Seconda Guerra Mondiale. Oltre a valutare quanto prima l’avvio di una discussione in merito a una proposta di legge regionale sul rastrellamento del Quadraro.

Questo al fine di rendere il dovuto omaggio alle vittime e di perpetuare il valore del sacrificio di quanti hanno pagato con la vita o con estreme sofferenze il periodo dell’occupazione nazista.

Aggiungo un ringraziamento alle associazioni del territorio e a Pierluigi Amen, coordinatore della ricerca storica e delle attività di divulgazione dell’ANRP (Associazione nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari) sul rastrellamento del Quadraro per il lavoro indefesso di ricostruzione storica, anche delle vicende individuali dei rastrellati che risultano essere una preziosissima testimonianza.

La memoria è un ingranaggio collettivo che va costantemente alimentato per mantenere vivi i principi di pace e democrazia scaturiti da quel sacrificio.

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