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Immobilità, staticità, inadeguatezza, poca trasparenza. Sono parole che ricorrono con frequenza nel report sugli effetti delle politiche di bilancio del Comune di Roma negli anni 2016-2021 realizzato da Cgil-Sbilanciamoci! e presentato oggi nella Sala Soldini della Filt Cgil di Roma e Lazio. Una fotografia del fallimento dell’azione amministrativa della Giunta guidata da Virginia Raggi, gravata dall’ulteriore fardello della scarsa capacità del Comune di Roma di offrire dati disaggregati e aggiornati, che rende il monitoraggio delle politiche messe in campo dal Campidoglio quasi una chimera.

Colpisce, nel quadro delle inadempienze che si sono comunque riuscite a cogliere, lo scarto sempre in negativo tra le previsioni in programmazione e gli impegni di spesa a consuntivo rispetto a servizi e politiche sociali, ancor più impietoso se messo a confronto con città come Milano. Assume poi contorni di estrema gravità se si scende nel dettaglio delle persone più fragili, come gli anziani, che nella Capitale nel 2018 hanno potuto contare su una spesa pro-capite per interventi di soli 79 euro (261 a Milano).

Ma la situazione non migliora, ad esempio, sugli asili nido, dove il numero di posti disponibili invece che aumentare è sceso, così come sono diminuiti i progetti di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, mentre aumentano le povertà e i bisogni delle persone senza fissa dimora che il Comune non è riuscito a intercettare.

Roma, che in questi ultimi cinque anni – anche a causa della pandemia – è divenuta Capitale delle disuguaglianze, ha bisogno di un cambio di passo, con un ripensamento di servizi sociali e welfare che riparta dalla co-progettazione con associazioni, sindacati, volontariato e Terzo settore, i grandi esclusi dal governo di una città che solo dalla condivisione dei processi di decisione potrà rifiorire.

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