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Il femminismo non si mette a bando”.

E’ l’efficace slogan che stamattina le manifestanti hanno urlato sotto un Campidoglio sordo che non ascolta e non valorizza le esperienze delle donne della città. Ho voluto manifestare al fianco della Casa Internazionale delle Donne, vanto storico della città, perché trovo inaudito la memoria con la quale la giunta Raggi vuole bypassare l’intervento recente del Parlamento e mettere in sostanza fine all’esperienza di via della Lungara con l’espediente del bando.

Per prima cosa ricordo che la Casa delle Donne non è un centro servizi ma un collettivo politico femminile e femminista. La Regione ha da poco fatto norme (anche per salvaguardare la preziosa attività di Lucha y Siesta) nelle quali si prevede che i luoghi delle donne vadano valorizzati per quello che sono e non per quello che fanno o producono.

Trovo sconcertante lo schiaffo che la sindaca e le assessore vogliono dare al Parlamento che ha votato l’emendamento voluto dalla mobilitazione di una piazza come questa. Mi viene da pensare che la prima sindaca donna della Capitale odii la libertà delle donne ma noi alzeremo un muro che durerà per tutta la campagna elettorale.

Le donne di Roma non voteranno una sindaca che è stata contro di loro e ci lasceremo alle spalle questo brutto ricordo dell’estenuante lotta della Raggi alle donne della sua città. La Casa Internazionale delle Donne è fuoco in questa città sempre più buia, non sarà una memoria di giunta a spegnerla in questa velenosissima coda dell’ amministrazione

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