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Il fiume Almone per me è come uno di famiglia. Lo attraverso almeno due volte al giorno mentre corro al mattino nella Valle della Caffarella.

Il fiume Almone è una bellezza: 22 km che scendono dal Parco dei Castelli Romani al Parco dell’Appia Antica, col loro carico di paesaggio romano e di biodiversità.

Il fiume Almone però è anche malato, non per colpa sua ma per colpa dell’uomo che lo inquina con i suoi scarichi. In certi periodi dell’anno in alcuni tratti la plastica diventa una montagna e lo scempio lo misuri con gli occhi.

Del fiume Almone si prendono cura però altri uomini (e donne): i volontari del Comitato per il parco della Caffarella, che un paio di settimane fa sono venuti in Regione in audizione per chiederci di muoverci una volta e per tutte per tutelare quelle acque. Tra l’altro facendo dell’Almone uno dei progetti pilota per la realizzazione dei primi Contratti di Fiume del Lazio.

Così con il presidente della commissione Ambiente Valerio Novelli ci siamo messi al lavoro, e lunedì l’aula della Pisana ha approvato all’unanimità una nostra mozione a piena difesa e tutela dell’Almone.
“Perché dopo aver fatto 30 con l’approvazione del piano d’assetto del Parco dell’Appia Antica e con il suo allargamento, vogliamo fare 31”.

Oggi quando sono passata correndo accanto al fiume gli ho fatto l’occhiolino 😉🌈

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