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Appoggio e sostengo le ragioni delle associazioni e delle donne che ieri hanno consegnato 80 mila firme al Ministero della Salute per chiedere la revisione delle linee guida sulla Ru486.

La petizione lanciata dalla Rete italiana contraccezione e aborto Pro Choice rivolta al Ministro Speranza affinché le linee guida nazionali sull’utilizzo della pillola Ru486 vengano aggiornate e rivisitate, si rende ancora più necessaria dopo la decisione della Regione Umbria di cancellare la delibera che garantiva l’aborto farmacologico senza la necessità di dover ricorrere al ricovero ospedaliero.

La Regione Lazio cinque anni fa ha fatto una scelta giusta e all’avanguardia e si è schierata dalla parte delle donne, prevedendo la somministrazione della Ru486 in day-hospital e cancellando l’obbligatorietà del ricovero, tutelando la salute riproduttiva e rispondendo all’esigenza di tante donne che da anni chiedevano un diverso approccio. Possiamo fare anche noi di più, prevedendo il solo ricorso all’ambulatorio e limitando al massimo il ricorso all’ospedale come previsto peraltro dalle prescrizioni post Covid.

Sono certa che la Regione Lazio si farà portatrice di un’interlocuzione nei confronti del Ministro Speranza per aprire un tavolo di confronto sulle linee guida aperto a tutte, una discussione vera e moderna per rivendicare scelte che devono avere come fine ultimo sempre e comunque la tutela dei diritti riproduttivi e sessuali delle donne.

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