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09 Mag, 2016

Torno Subito 2016

Domani 10 maggio, dalle ore 17.30 alla Ex caserma Guido Reni verrà presentato il nuovo bando Torno Subito per il 2016.
Si rinnova l’impegno della Regione Lazio nel dare un’opportunità ai giovani e ai territori della nostra Regione.

Si potranno chiedere informazioni e conoscere le aziende e gli enti che partecipano a questa nuova avventura e che saranno partner delle ragazze e dei ragazzi che vorranno partire.

E, alla fine, aperitivo e musica per stare insieme!

save the date torno subito 2016

03 Mag, 2016

Con il nuovo Piano Sociale la Regione torna a programmare

Dopo diciassette anni di attesa la Regione Lazio torna a programmare in un campo fondamentale come quello delle politiche sociali.

Il nuovo Piano regolatore sociale che he preso le mosse oggi e che vedrà la luce a ottobre dopo un sostanziale processo di partecipazione rimette al centro delle politiche regionali la necessità di avere strumenti scientifici ed un’efficace misurazione dei bisogni preliminare alla costruzione di un nuovo welfare, bene comune prezioso allo stesso tempo per ciascuna persona e per l’insieme della comunità del nostro territorio.

In diciassette anni sono cambiate moltissime cose: la popolazione della Regione è cresciuta, così come la disoccupazione e la complessità dei problemi. E’ intervenuta una crisi feroce che consegna il 30% delle famiglie del Lazio ad una condizione di povertà relativa, l’arrivo dei migranti anziché rappresentare come dovrebbe nuove opportunità si è tradotto in tensioni sociali e disuguaglianze. I tagli del governo hanno ulteriormente indebolito il settore e da ultimo Mafia Capitale si è rivelata un’incredibile arma di aggressione ai destinatari dei servizi e al mondo della cooperazione.

Con il Piano regolatore sociale, il cammino della legge sul Welfare che anche in queste ore mi vede impegnata in prima linea e infine l’investimento in risorse, nel Lazio ci apprestiamo a scrivere una pagina nuova e preziosa: per i diritti di tutti.

01 Mag, 2016

Chi Colpisce Una Donna, Colpisce Tutte Noi

Giovedì 2 giugno, ore 10
Via della Magliana 1125
Altezza parcheggio del ristorante “La Tedesca”

PER RICORDARE SARA
PER URLARE MAI PIU’ FEMMINICIDI
PER ESSERE VICINI ALLA FAMIGLIA DI SARA

Giovedì 2 giugno ore 10.00 ci ritroveremo nel luogo dove la povera Sara è stata ammazzata lo scorso sabato sera, in Via della Magliana 1125, altezza parcheggio del ristorante “La Tedesca”.
https://www.google.it/maps/place/Via+della+Magliana,+1125,+00148+Roma+RM/@41.82201,12.3723913,17z/data=!3m1!4b1!4m5!3m4!1s0x1325f441fdf54c6d:0xdae249c7e597240f!8m2!3d41.82201!4d12.37458

E’ possibile raggiungere il luogo con l’autobus 023. Questo il percorso e dove sono le paline dell’autobus: http://muovi.roma.it/paline/percorso/12263?id_palina=71884&id_veicolo=5305&nav=4&sessionid=55e688785633e5a0014ed101430f0f44

Quante altre di noi dovranno perdere il sorriso e la vita? Cosa stiamo aspettando ancora? Chi colpisce una donna, colpisce tutte noi! FACCIAMOCI SENTIRE, MUOVIAMOCI ALL’UNISONO CONTRO QUESTO GENOCIDIO CHE COLPISCE LE DONNE! Il contrasto e la prevenzione della violenza di genere deve essere una priorità. Per Sara e per tutte le donne, perché la violenza tocca tutte noi direttamente, non dobbiamo pensare che sia qualcosa di lontano dalle nostre esistenze. La violenza non è un fatto privato, dobbiamo lottare contro l’indifferenza e la normalizzazione della violenza. La violenza ha varie forme, stiamo unite, con e fra le donne, lavoriamo insieme per riconoscere la violenza e per uscirne prima che si giunga a questo punto senza ritorno. La vita non può essere strappata via, perché questi individui si sentono padroni delle vite delle donne, come se fossero oggetti di loro proprietà, da controllare e da annientare nel caso non si comportino come desiderato. Questa è violenza machista, patriarcale, con radici culturali molto profonde che dobbiamo sradicare. Se non si comprende questo dato, non si riuscirà mai ad intervenire adeguatamente. Non si deve rimandare, non siamo più disposte ad aspettare. La vita delle donne è una priorità urgente! Le donne non devono essere lasciate sole. MAI! NON RESTIAMO IN SILENZIO!

MAI PIU’ FEMMINICIDI!

17 Dic, 2014

Migranti: interrogazione urgente per verificare gli appalti dei centri accoglienza

Ho presentato oggi un’interrogazione urgente a risposta immediata al Presidente Nicola Zingaretti perché ritengo non più procrastinabile una verifica presso il Ministero degli Interno delle procedure di assegnazione degli appalti relativi  alla gestione dei Centri di accoglienza per migranti nella nostra regione.

Sul nostro territorio sono infatti presenti sia Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo (C.A.R.A.),  Centri di Identificazione ed Espulsione (C.I.E.) e Centri di Accoglienza per migranti e richiedenti asilo di carattere ordinario e straordinario, dislocati in maniera difforme.

Fatta salva la richiesta formulata a più riprese della necessità del superamento di strutture come il Cie di Ponte Galeria – vero luogo di sospensione dei diritti civili e umani – va sottolineato che  queste strutture hanno rappresentano la risposta “scomposta” da parte delle istituzioni competenti  incapaci di attuare un organico piano di accoglienza dei migranti

Le cronache di questi ultimi giorni hanno riportato notizie – anche preoccupanti –  riguardanti  la possibilità di realizzazione di nuove strutture a carattere straordinario nei Comuni di Pomezia (località Santa Palomba) e Nettuno,  evidenziando dubbi sulla fornitura di acqua potabile garantita attraverso   autocisterne,  la sufficienza di abiti e cibo forniti nei Centri di Pomezia e rispetto l’inagibilità del centro di Nettuno dove mancherebbero il gas e l’allaccio all’energia elettrica. Appare impossibile non collegare queste criticità con quanto emerso dall’inchiesta “Mafia Capitale” che ha ben descritto le modalità di gestione dei Centri e l’opaco giro di affari e di appalti ad essa collegati.

Ad oggi – e questo è già una grave mancanza nel processo democratico –  non è dato sapere nè al consiglio regionale, nè agli amministratori locali l’ubicazione di queste strutture, le modalità utilizzate dal Ministero dell’Interno per la localizzazione, la scelta degli stabili, degli enti gestori e le convenzioni con essi definite anche in relazione alla qualità dei servizi offerti.

Per questo ho ritenuto urgente, anche in occasione della Giornata internazionale dei migranti ricordata il 18 dicembre, interrogare il Presidente della Giunta sulle iniziative che intende avviare nei confronti del Ministero dell’interno per conoscere procedure di assegnazione degli appalti per la gestione dei Centri e la  mappature con esatta ubicazione di tutte le strutture. Elementi mancanti ma necessari per espletare il ruolo di controllo e verifica e garantire percorsi democratici a tutti i cittadini.

E a completamento di questo percorso “di democrazia” venerdì 19 dicembre farò visita al Cie di Ponte Galeria. Una iniziativa istituzionale  per verificare le condizioni di vita dei migranti li trattenuti, i cui particolari saranno oggetto di una conferenza stampa che si terra al termine di fronte al Centro alle ore 14.

 

19 Ott, 2014

Lazio senza mafie. Primo Meeting Regionale contro le Mafie

26-29 novembre
Roma

Conferenze
Cinema
Letteraria

La Regione Lazio dal 26 al 29 novembre promuove ”Lazio Senza Mafie” primo meeting regionale della legalità. A Roma e nel Lazio le mafie ci sono e fanno molti affari. Solo nell’ultimo anno e mezzo la Procura di Roma ha sequestrato oltre 1500 beni immobili ai clan mafiosi!

Le inchieste della magistratura e delle forze di polizia, alle quali manifestiamo gratitudine e sostegno, delineano uno scenario preoccupante di cui bisogna prenderne atto, affinché nel Lazio si rafforzi la consapevolezza che è arrivato il momento di reagire. Un sistema territoriale infiltrato dalla criminalità organizzata perde in competitività alterando le regole del mercato, in sicurezza lavorativa e sociale, in democrazia e partecipazione, e dunque in benessere e libertà personale e collettiva.

Il contrasto alle mafie è da affrontare certo con l’intervento dei magistrati e delle forze di polizia, ma richiede una mobilitazione collettiva delle Istituzioni e della società civile.

Educazione, cultura, welfare, innovazione dei processi produttivi, buona politica e istituzioni trasparenti, sono da sempre i pilastri del nostro impegno contro la crescita della corruzione, degli abusi, dell’illegalità. Le mafie sono forti in una società diseguale, dove i privilegi hanno preso il posto dei diritti, le persone più fragili vengono lasciate ai margini e gli imprenditori onesti, che sono la stragrande maggioranza, vengono lasciati soli.

La manifestazione “Lazio senza “Mafie” promossa dalla Regione Lazio attraverso il suo Osservatorio sulla Sicurezza e la Legalità, il Progetto ABC Arte Bellezza Cultura e Sviluppo Lazio vuole avere l’ambizione di contribuire a rafforzare un nuovo impegno nella lotta alla mafia fatto di buon governo della cosa pubblica, buona economia, innovazione e investimento nella cultura, nel welfare e nella partecipazione dei cittadini.

23 Gen, 2014

Proposta di legge contro il caporalato e il lavoro nero

“Lo sfruttamento e la negazione dei diritti dei lavoratori, immigrati e italiani, è un dato che connota drammaticamente anche la nostra regione, in molti casi direttamente collegato ad organizzazioni criminali sempre più presenti nell’intermediazione illegale e nel controllo dei flussi migratori. Lavoro nero e caporalato funestano sopratutto l’edilizia e l’ agricoltura, dove la crescente ricerca di manodopera a basso costo moltiplica il disagio sociale derivante dall’insufficienza delle politiche pubbliche rivolte all’accoglienza e alla formazione”.

È quanto si legge in una nota diramata dai consiglieri regionali Marta Bonafoni e Massimiliano Valeriani.

“Da questa emergenza – continua la nota – supportata dai numeri che dicono che su un campione di controlli su 278.268 lavoratori il 38 % è in nero, la proposta di legge depositata oggi dai consiglieri Marta Bonafoni e Massimiliano Valeriani e firmata da tutti i capogruppo di maggioranza.
Un disegno di legge che chiede la modifica della legge regionale 18 del 2007 per il contrasto e l’emersione del lavoro nero a partire dal chiedere il rispetto dei contratti collettivi e delle leggi vigenti. In particolare questa proposta contiene un elemento innovativo rappresentato dagli indici di congruità ossia parametri che definiscono il rapporto tra l’estensione territoriale dell’impresa, la qualità dei beni e dei servizi offerti dai datori di lavoro e la quantità delle ore lavorate. Uno strumento utile per mappare il territorio ed anche per indirizzare i controlli al di fuori di scelte  casuali”.

“Inoltre è urgente  – dicono i due consiglieri regionali – disegnare un quadro normativo che prevede la revoca immediata di finanziamenti  regionali e agevolazioni  per quei datori che ne usufruiscono e non rispettano l’obbligo di comunicare l’assunzione di nuovi lavoratori”.

30 Giu, 2013

“Tocchi, molesti e lo chiami amore?”

Il diario di Silvia sul suo aguzzino
Delitto di via Aldini, spunta un blog in cui la vittima si sfogava per le continue violenze subite. Oggi l’autopsia e la probabile convalida del fermo

Silvia Caramazza si sentiva perseguitata, controllata, pedinata ogni giorno. Era sfinita da una violenza psicologica perpetrata da un amore ossessivo e non riuscendo, o non potendo, confidarsi con qualcuno si sfogava sul blog “Latte Versato”, aperto nel 2005. Le sue sono parole di denuncia, grida che si perdono nel web, e a leggerle adesso fanno venire i brividi pensando a come è finita la sua vita. “C’è una linea sottile tra il sospetto e la violenza, psicologica intendo. Va da se che rompere telefoni cellulari o computer faccia parte di una violenza psicologica ben definita anche penalmente. Ma anche tenere sotto pressione una persona facendole credere di essere controllata non è un’azione che può passare così, senza colpo ferire”.

Il suo post più recente è del 3 giugno il giorno prima di mettersi in viaggio per andare a Pavia ad incontrare un’amica, l’ultima persona che l’ha vista viva: a parte il suo assassino ovviamente, che dopo averla uccisa l’ha chiusa in un freezer. Nel blog parla di tutto. Dei suoi viaggi lontani, delle speranze in Dio, dell’amore  “parola abusata, bisognerebbe trovare un sinonimo” scrive  e della mancanza di coraggio nel riprendere in mano la propria vita. Ogni suo scritto, è gonfio di tristezza. Poi in poche righe dal titolo “Violenze e Violenze”, Silvia descrive ciò che la faceva stare più male. Confidenze, che solo in parte aveva rivelato alle sue amiche. Non si firma, non fa riferimenti a persone, ma descrivendo lei stessa alcune indiscrezioni uscite in questi giorni sui giornali emergono tutte le sue paure. Anzi, la sua unica paura, l’ossessione per chi le stava accanto togliendole il respiro.

“Dire a una persona ‘ti controllo il telefono e le mail tramite un investigatore’ è una pressione che a lungo andare logora e sfibra chiunque. Non sentirsi sicuri al telefono, sapere che un ex potrebbe in un futuro incerto scrivere una mail mette in allerta, anche se non si ha nulla da nascondere. Trovare telecamere in casa messe ‘per controllare se qualcuno entrà potrebbe anche essere lecito, ma se sono in casa mia e nessuno mi ha mai avvertito della loro esistenza la trovo un’intrusione altrettanto fastidiosa rispetto alle precedenti”.

Le telecamere (in realtà microspie) di cui Silvia parla sono quelle che secondo il fidanzato, Giulio Caria, principale indiziato del suo omicidio, avrebbero messo i parenti di lei per controllare la coppia ma la ragazza ha una visione diversa di come sono andate le cose, ora oggetto d’indagine da parte della squadra Mobile. Chi la sta controllando, racconta sempre Silvia, non lo fa solo tramite internet o il cellulare. “Andare a cena fuori e sentirsi dire ‘ti ho fatta seguire per sapere se quel maniaco del tuo amico ti seguivà mi pare un
arzigogolio inutile, mi hai fatta seguire? Ma siam pazzi”.

A questo punto Silvia non sa più cosa pensare, è evidente. Qualcuno la segue, non vuole che frequenti altre persone ma la donna sembra avere più timore dell’uomo che le sta accanto rispetto a un presunto terzo incomodo. Anche perché, scrive la trentanovenne concludendo il suo ultimo sfogo sul blog, “c’è un altro grado di violenza”. “Quella velatamente fisica. Se dico che non ho voglia di rapporti e mi tocchi non una, ma più volte ripetutamente, oltre a darmi un fastidiosissimo senso di repulsione, penso rientri tra le molestie sessuali. Poi mi dici che vuoi essere chiamato amore…”. Silvia chiedeva aiuto. Invano.

Alessandro Cori, La Repubblica