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09 Dic, 2021

Contesa sulla Casa delle Donne al Parco del Pineto

7 Ottobre 2021 – di Luisa Monforte

“A ovest di Roma, al confine tra i Municipi XIII e XIV, c’è una contesa che potrebbe far discutere nei prossimi mesi. Nelle ultime settimane ha iniziato a circolare l’ipotesi di spostare il progetto inerente alla realizzazione di una Casa delle donne dal Parco del Pineto a un’altra location: la vecchia sede dei servizi sociali di via Adriano I.

LO SPAZIO

La Casa delle Donne dovrebbe sorgere in uno dei casali dell’antica tenuta del pontefice Pio V, acquisita nel 1598 dalla famiglia Sacchetti. L’area verde è patrimonio comunale dal finire degli anni ottanta del secolo scorso. Un primo casale è stato ristrutturato da tempo e destinato a biblioteca. Il secondo casale, che versa in stato di abbandono, dovrebbe appunto accogliere un centro antiviolenza per le donne e altre attività.

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Al tempo le associazioni territoriali hanno salutato con entusiasmo l’iniziativa ma ora che circola l’ipotesi di spostare il progetto nelle sale dismesse dei servizi sociali del Municipio XIII in via Adriano I sono preoccupate e, nel corso di diversi incontri in loco, hanno chiesto che sia rispettata la mozione.

LA CONTESA

A uno degli ultimi ha preso parte anche la presidente della Casa internazionale delle donne, Maura Cossutta, che ha spiegato che la realizzazione di un Cav al parco del Pineto ‘prima era un sogno, ora è diventato un obiettivo del quartiere. Fare qui una Casa delle donne significa aprirsi, costruire relazioni e legami sociali, in una zona dove c’è degrado, incuria e abbandono’. La Casa delle donne sarà ‘presidio di partecipazione e democratico: deve diventare un obiettivo delle istituzioni’. Per Cossutta un’eventuale delocalizzazione del progetto è assolutamente da scongiurare. […]

UN LUOGO DI WELFARE E DI COMUNITÀ

Di avviso simile anche la consigliera regionale della lista civica di maggioranza per Zingaretti, Marta Bonafoni, per la quale la parola sul futuro del Casale Giannotti ‘deve andare alle donne ma anche agli uomini che in questi mesi hanno tenuto il punto attorno a questo luogo’ che ‘dovrà essere aperto alla cittadinanza e diventare luogo di welfare e di comunità’. Su una possibile delocalizzazione del progetto, Bonafoni, ha quindi chiarito: ‘Di spazi vuoti in questa città ce ne sono moltissimi e ancora di più sono le idee per riqualificarli. Qui c’è una mobilitazione e una richiesta che nasce dal basso. Credo che al netto di eventuali impedimenti strutturali e legislativi, l’unica cosa giusta da fare sia ascoltare la mobilitazione del quartiere che ha tenuto il punto e lo ha fatto conoscendo il territorio’”.