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Mi ricordo che quando andavo a scuola, di Aids e Hiv si parlava molto. Erano gli anni in cui il mondo aveva preso consapevolezza di questo virus micidiale, che mieteva vittime e diffondeva il contagio proprio nel modo peggiore, soprattutto per noi ragazzi e ragazze: attraverso l’amore.
Proprio per questo le campagne di prevenzione e informazione, soprattutto nelle scuole ma anche attraverso i media, erano all’ordine del giorno. Poi, per un periodo, più nulla. L’attenzione si era abbassata come se il virus stesso si fosse depotenziato.
E invece no.
Di Aids si muore ancora e ogni 1° dicembre, Giornata Mondiale contro l’#Aids, siamo qui a ricordarcelo. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità sono spietati perché ci raccontano di circa 3500 nuove diagnosi ogni anno, un dato che non cala da ben 10 anni! Ben vengano quindi tutte le campagne di prevenzione e informazione e bene anche il Piano Nazionale AIDS (PNAIDS), frutto dell’intesa Stato-Regioni. Si tratta del primo serio piano strategico che affronta il tema dell’HIV fuori da un’ottica emergenziale. Ora bisogna dargli corpo e gambe, traducendolo in azioni concrete attraverso l’impiego di risorse economiche. Un impegno non solo per il 1° dicembre, ma lungo 365 giorni l’anno.
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