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13 Mar, 2017

Un gesto di orrore quotidiano

Alessandro Dal Lago, Il Manifesto

Non sappiamo se il senzatetto di Palermo sia stato bruciato per una ritorsione dopo un alterco o per una vendetta privata o puro e semplice odio verso i marginali. Ma sta di fatto che episodi simili non sono infrequenti. Basta fare una rapida ricerca in rete e balzano agli occhi i delitti contro gli ultimi, senzatetto, immigrati o entrambi, fatti che suscitano un’indignazione di maniera di qualche giorno e poi finiscono nell’oblio.

È successo qualche tempo fa a Conegliano e ancora prima a Nettuno. Nove anni fa, a Rimini, quattro adolescenti bruciarono una panchina in cui dormiva un senzatetto, il quale si salvò per miracolo. Presi, furono condannati a pochi anni di prigione e a risarcire la vittima con alcune decine di migliaia di Euro. Poi, si è saputo che l’avvocatessa del senzatetto, nominata amministratrice delle sue sostanze, gliele ha sottratte per soddisfare il proprio bisogno di lusso, poverina. Ai domiciliari, ha patteggiato due anni con la condizionale. Se si va in rete, si possono leggere i post e i commenti dei suoi amici avvocati. Ma perché arrestarla, è una brava madre, ha due figli piccoli…

Cercare di bruciare un senzatetto o pestarlo a sangue, gettare molotov contro un campo Rom o un dormitorio di migranti, aggredire insomma chi non è considerato uno normale, ma un insetto o un disturbo da eliminare, è tipico di un certo neo-nazismo. Talvolta è una bravata di ragazzi che poi, inevitabilmente, si pentono e piagnucolano sui pochi mesi di prigione che li attendono. Gesti pre-politici, li si potrebbe definire, se non fossero anche effetto di un coro generalizzato contro Rom, profughi, rovistatori di cassonetti, vagabondi, poveracci di ogni provenienza. Se una parte consistente dell’opinione pubblica trasforma queste vittime in responsabili del «degrado», e cioè colpevoli, non c’è da meravigliarsi se i più scalmanati tentino di trasformare le parole in fatti.

Prendete il caso delle donne Rom di Follonica, rinchiuse da due addetti di un supermercato nella gabbia dei rifiuti. Salvini offre solidarietà e sostegno legale ai due responsabili. Era solo uno scherzo, come no. E ora lo scherzo finisce in un corteo di Carnevale. Una donna si maschera da «Rom in gabbia» e un uomo da dipendente del supermercato, dicono le cronache. Commento della sindaca leghista di Cecina: «Maschera di carnevale ieri a Cascina! A me fa ridere!!! A carnevale ogni scherzo vale! Se siete tristi e di sinistra, peggio per voi!».

Ma non è la sola ad avere un singolare senso dell’umorismo. Salta fuori l’avvocato dei due mattacchioni di Follonica e sostiene che nel video non c’è una sola parola di razzismo e che comunque dovrebbe essere ritirato dalla rete perché era destinato a un gruppo chiuso. I due hanno rinchiuso le Rom tra i rifiuti e poi le hanno filmate per far divertire gli amici. Dove sarà mai il reato, dove sarà mai lo scandalo?

L’assassino di Palermo, quali che siano state le sue motivazioni, non si è curato della telecamera di sorveglianza del sito. Può essere stupidità, certo. Ma può anche essere la convinzione che il suo gesto non sia così impopolare. Un paio d’anni fa, ci fu un attentato contro un campo Rom a Padova. Ed ecco uno dei commenti online: «Dopo tante brutte notizie finalmente una notizia che trova il consenso dei lettori».

E così, di scherzo in scherzo, di aggressione in aggressione, di rogo in rogo, l’orrore diventa quotidiano, abituale e quindi accettabile. Significa che una linea è stata tracciata tra il mondo del «noi» e quegli altri che non esistono, non sono esseri umani e quindi si possono irridere, sequestrare e al limite cospargere di benzina.

11 Mar, 2017

Pisapia, il Campo Progressista e la forza di un sorriso collettivo

La cultura che è un bene comune e che vuol dire conoscenza, quindi anche il rispetto delle differenze. “Io che mi occupo di Terra”, e l’esperta di energie che sottolinea: c’è energia positiva in questa sala!

L’inclusione e la cittadinanza, con la vergogna della legge sullo ius soli che “riposa” al Senato. E quel fermento che sale nel Paese e profuma di donne, e di un nuovo femminismo che chiede e include.

La periferia nella bellezza della voce di Giorgia che vibra: “Venite a farvi una passeggiata a Corviale, a noi ce piace sta co’ la gente”.

Il lavoro qualificato e il reddito minimo, che se non ci sono né l’uno né l’altro “le mafie ringraziano”. Con la bracciante che racconta commossa di quella collega che “come fai a ribellarti se quei 18 euro al giorno sono gli unici che entrano a casa a fine mese”.

E quindi fuori il welfare dal patto di stabilità. E sotto con un nuovo centrosinistra che inizi dalla lotta alle disuguaglianze.

#LaPrimaCosaBella è stata forte e piena. Di gentilezza, di allegria.

Bella perché ha la forza di dire che non è esattamente la prima, perché di cose belle intorno a noi ce ne sono a bizzeffe, solo a volerle guardare.
Bella perché è solo l’inizio. Perché in 1500 oggi abbiamo detto sì: partiamo.

10 Mar, 2017

La nostra salute è a rischio. Manifestiamo per tutelarla

Martedì 11 aprile 2017, ore 15.30
Piazza del Campidoglio – Roma

Alla vigilia della manifestazione di martedì 11 aprile in Campidoglio, promossa dal Coordinamento popolare Parco Archeologico Centocelle Bene Comune, abbiamo depositato oggi in Consiglio regionale un’interrogazione per chiedere al presidente della Giunta e agli assessori competenti quali iniziative intendano prendere nei confronti di Roma Capitale per avviare gli interventi di bonifica delle zone interessate dall’inquinamento, così come previso da un’ordinanza della sindaca Raggi.

Nonostante le ripetute denunce e sollecitazioni degli abitanti di quel quadrante, infatti, l’ordinanza capitolina emanata nel febbraio scorso non è mai stata applicata e tutt’oggi un’ampia zona del Parco è interessata dalla fuoriuscita di emissioni gassose dannose per la salute, provocate dalla combustione dei rifiuti interrati. Alla luce di questo, l’interrogazione chiede inoltre che la Regione Lazio solleciti l’Arpa a compiere ulteriori indagini ambientali, con particolare attenzione al suolo e alle falde acquifere, e indagini epidemiologiche per rassicurare la popolazione residente nelle aree limitrofe al Parco di Centocelle.

Di rischi per la salute parla anche una recente informativa diramata dalla Protezione Civile dove si fa presente che per motivi di ‘sicurezza e incolumità pubblica’ viene predisposta la chiusura di parte del Parco di Centocelle. Ci sembrano elementi sufficienti per chiedere subito un’immediata bonifica.

10 Mar, 2017

“Centrosinistra, serve un Pisapia per ricostruire dalle macerie”

Daniela Preziosi, Il Manifesto

 

O faccio «un centrosinistra vincente o mi arrendo», annuncia l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia alla vigilia del lancio del suo Campo progressista, domani mattina a Roma al Teatro Brancaccio. Dove accoglierà i fuoriuscitidi Sinistra italiana di Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio e braccio destro di Nicola Zingaretti, altro fan della coalizione.

Per Pisapia dopo le scissioni c’è il ritorno all’unità. Vi siete scissi per poi riunirvi? Con il Pd o con le sinistre che avete appena lasciato?

Con chi sarà d’accordo con una nuova agenda sociale. C’è bisogno di discontinuità. Bisogna ridare senso alla parola sinistra. Parto dalla mia esperienza amministrativa, nel Lazio. Il bando per medici non obiettori è una cosa di sinistra che si può fare, e che abbiamo fatto. Abbiamo ampliato il diritto allo studio con il reddito per il cittadino in formazione. Vanno fatte cose di sinistra. Come abolire i voucher, cambiare la buona scuola e il jobs act. O il reddito minimo, di cui in Regione lanciamo una sperimentazione che anche il ministro De Vincenti definisce interessante.

Crede che il premier Gentiloni, così vicino a Renzi, farà qualcuno di questi provvedimenti?

Se mettessero in fila ius soli, testamento biologico e una discussione vera sul reddito minimo, io discuterei con chiunque.

Voi ex Sel eravate all’opposizione. Ora fate gruppo parlamentare con gli ex Pd. Ma la pensate diversamente: sul decreto Minniti, per esempio.

La maggioranza di governo ha gli stessi numeri di prima. Se il governo cambierà priorità i numeri potranno persino crescere. Se invece il futuro del governo dei flussi migratori sono i Cie invece siamo lontanissimi. Il gruppo è fondamentale per partire, ma serve un movimento territoriale capace di richiamare in servizio le migliori esperienze della sinistra che ha abbandonato il campo per stanchezza e delusione. Dobbiamo ripartire dai luoghi della sofferenza sociale. E da quelli dell’innovazione. Il riformismo radicale non è un pranzo di gala e neanche la mozione della nostalgia. In questo nuovo inizio ci sono i padri nobili , come Bersani D’Alema Errani, e sul territorio un gruppo dirigente pronto ad assumersi responsabilità.

In parlamento se non fosse per Forza italia, finireste per mandare a casa il ministro Lotti?

È un passaggio difficile, rispetto le decisioni che il nostro gruppo prenderà. Ma i processi devono svolgersi nei tribunali. Per me un indagato è sempre un presunto innocente. Anche quando si chiama Luca Lotti.

Come sceglierete il vostro leader?

Con processi aperti, democratici, che non hanno paura della partecipazione. Primarie delle idee e delle persone. Comunque una cosa è già certa: le nostre non saranno leadership urlate, ma solide, sobrie, coerenti. Pisapia incarna al meglio questo progetto. La sua Milano è stata quella dell’innovazione, della creatività e della solidarietà. Dopo le macerie a cui ci condurrà una legge elettorale pensata per forze politiche autoreferenziale e che produrrà instabilità, servirà gente capace di ricostruire il Paese. Di questo parleremo domani al Teatro Brancaccio di Roma con Nicola Zingaretti e tanti ricercatori, ambientalisti, attivisti sociali.

A Pisapia guardano anche personalità del Pd come Manconi e Mucchetti, schierate con Orlando. Ma a chi guarda Pisapia? A Renzi?

Ha chiarito di non essere la stampella di Renzi. Lo ha definito «divisivo». Penso che come noi Pisapia guardi al Paese, a ridare speranza e non rancore a chi sta peggio. Dopo gli anni del rigore serio, sono arrivati gli anni del rigore happy days. Ma le politiche e la vita delle persone sono rimaste al palo. Bisogna cambiare l’orchestra, i blocchi sociali e generazionali di riferimento.

Se non vi alleerete con il Pd lo farete con Sinistra italiana?

È stato doloroso essere stati messi fuori da compagni con cui ho militato vent’anni. In ogni caso le modalità congressuali erano quelle dello spettacolo legittimante, inconciliabili con una discussione vera. Hanno scelto la separatezza e una vaga allusione all’autonomia del sociale. Con freddezza hanno deciso di fare a meno di personalità, intelligenze, esperienze territoriali. Buona fortuna.

Perché separatezza? Si sono uniti con Possibile, di Civati. E Vendola ha incontrato D’Alema.

Se Vendola parla con D’Alema fa bene. Per lui nutro affetto e riconoscenza, anche se mi sarei aspettato un atteggiamento da padre nobile. Vederlo indifferente agli abbandoni mi ha fatto male. Ma va bene che voglia aprire un dialogo con noi e D’Alema. Anche se poi dovrebbe contenere la richiesta di autocritica: ognuno pensi alla propria. Chi come noi viene da una lunga stagione politica deve essere prudente nel reinventarsi in panni radicali o nel buttarsi in furori simil 5 stelle.

09 Mar, 2017

“Resto e voto Orlando ma la speranza è Pisapia”

La Repubblica

Luigi Manconi resta nel Pd, si schiera con Andrea Orlando e aderisce al Campo Progressista di Giuliano Pisapia. Il senatore democratico è in sciopero della fame per sostenere l’azione nonviolenza della radicale Rita Bernardini per la riforma penitenziaria.

Perché lo sciopero?
“L’affollamento delle carceri ha ripreso a crescere e i suicidi si sono fatti più frequenti: 12 in due mesi. E questo, nonostante alcune buone cose fatte da Orlando: un’altra ragione per sostenerlo nelle primarie”.