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31 Gen, 2017

Periferie, al via le audizioni in Commissione regionale antimafia

E’ cominciato oggi in Commissione regionale antimafia l’ascolto dei presidenti dei municipi di Roma, a partire da quelli che amministrano i territori menzionati dal Capo della polizia, Franco Gabrielli, durante l’audizione in Commissione parlamentare sulle periferie. L’incontro con i presidenti del IV e del VI municipio, ha permesso alla Commissione di approfondire le problematiche di zone quali San Basilio, Tor Bella Monaca e Ponte di Nona. Quartieri difficili ma al contempo ricchi di potenzialità, dove il basso livello dei servizi si associa spesso alle piazze dello spaccio, alla delinquenza minorile, a un’aspettativa di vita inferiore rispetto agli altri quartieri. Un’audizione necessaria, quindi, per ascoltare questi territori, ma anche per individuarne le criticità maggiori e per chiedere risposte a chi si trova adesso a governarli. Ripartire dal sociale, dalla cultura, dalla rigenerazione urbana sono le parole d’ordine emerse nel corso dell’audizione, ma anche la necessità di non criminalizzare i territori e di valorizzarne le risorse migliori, le associazioni, i comitati e le realtà che più di ogni altro conoscono il quartiere in cui vivono. Recepire prima di tutto le loro istanze, dunque, a partire dal grido di allarme lanciato proprio oggi dai rappresentanti di consorzi di autorecupero delle periferie e dalle associazioni per la rigenerazione urbana della Capitale, che durante la seduta della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni delle città e delle loro periferie hanno descritto una situazione di abbandono inquietante. A questo degrado e a questa solitudine vanno trovate risposte nella partecipazione e nell’inclusione, quali strumenti a disposizione delle istituzioni per ridurre quel divario tutt’oggi presente tra la politica e i bisogni delle periferie. E’ quanto afferma la vice presidente della Commissione regionale sulla criminalità e le infiltrazioni mafiose nel Lazio, Marta Bonafoni.

31 Gen, 2017

Ha ragione Arturo Scotto “Apriamo anziché chiudere”

Ha ragione Arturo Scotto.

Di fronte a un quadro politico in pieno movimento Rimini deve trasformarsi in un’occasione aperta, per allargare il campo e riorganizzare una sfida.

Questo significa non essere subalterni. Questo vuol dire non rassegnarsi alla pura testimonianza.

Scotto: «Stop alla lotta fra noi. Si va verso il voto, serve la gestione collegiale»
Daniela Preziosi, Il Manifesto

Sinistra italiana/Intervista. Il candidato: quello che succede oggi nel Pd non può lasciarci indifferenti. Cambiamo la ragione sociale del congresso, Trasformiamo l’assise di Rimini in un appuntamento aperto per allargare il campo. Dobbiamo aprire, non chiudere. Non è l’ora delle lacerazioni. Non ho paura di perdere, non c’è un problema di tessere. Ma possiamo dividerci tra di noi su scenari ipotetici e senza capire dove sta precipitando il paese?

 

«Trasformiamo il congresso di Rimini in un grande appuntamento aperto in cui ritrovare il senso di una comunità e in cui rilanciare, allargando il campo, avendo il coraggio di riorganizzare una sfida. Dobbiamo aprire, non chiudere. Alziamo lo sguardo, cerchiamo nuove risposte. Cambiamo la ragione sociale del congresso, facciamone una tappa politica, non la nostra blindatura organizzativa». È l’appello, quasi drammatico, del capogruppo alla Camera di Sinistra italiana, candidato segretario a congresso.

Sta chiedendo di fermare la macchina a una settimana dai congressi locali e a poco più di due dall’assise di Rimini?
No. Sto chiedendo di fermare la conta. Riapriamo una riflessione a tutti i livelli.

Ha paura di perdere?
No. Ho paura che il congresso, se celebrato totalmente fuori sincro dalla fase politica che stiamo vivendo, e cioè dalla precipitazione elettorale che si determina in queste ore, non diventi un nuovo inizio ma anzi sia un fatto del tutto irrilevante. Non è l’ora delle lacerazioni, è l’ora della riflessione e dell’unità. Chiedo a tutti un supplemento di riflessione, non drammatizziamo la nostra discussione tra apocalittici e integrati.

Il suo appello nasce dal segnale di scissione dal Pd che ha dato D’Alema sabato scorso?Siamo oggettivamente di fronte a uno scenario nuovo. L’assemblea dei Frentani e la nascita di una nuova associazione, ConSenso, le prese di posizione del presidente Emiliano, una discussione sempre più esplicita nel Pd, costituiscono un fatto nuovo. E non solo: Renzi ha scelto l’avventura. Bisogna organizzare il campo di un’alternativa credibile alla sua deriva che rischia di consegnare il paese alla saldatura tra Lega e Cinque stelle. Un campo che abbracci i temi sociali sollevati da Laura Boldrini, la discontinuità richiesta finalmente anche da Giuliano Pisapia, la sinistra del Pd che solleva la grande questione della lotta alle diseguaglianze.

Insomma propone l’alleanza con D’Alema? E se il Pd non si spacca e non si va al voto?Sinistra Italiana è nata intorno a un’idea forte: la presa d’atto dell’insufficienza di ciò che c’era, rifondare una forza della sinistra larga, popolare, con una cultura di governo. In grado di tenersi a distanza, allo stesso tempo, dai due vizi cronici degli ultimi vent’anni: la subalternità e la testimonianza. Noi siamo nati sotto questa stella. E abbiamo raccolto intorno a quel progetto, grazie alla generosità di tanti, energie e intelligenze.

Non può portare questi temi a Rimini e prendere atto della scelta dei delegati?
Ma possiamo dividerci tra di noi su scenari ipotetici e senza capire dove sta precipitando il paese? Nel corso degli ultimi mesi ho avvertito il rischio di un ripiegamento, di rassegnarsi all’ennesimo cartello della sinistra radicale, senza alcun peso nella società. Il No ricostruttore per un centrosinistra alternativo al renzismo e alla terza via ha aperto nuovi spazi.

Ma non tutti i suoi compagni considerano il No «ricostruttore» del centrosinistra.
Ma come si fa a non capire che siamo in un passaggio delicato, nel vortice di una transizione? Abbiamo cominciato a scrivere le nostre tesi congressuali con Renzi ancora a Palazzo Chigi, Obama alla Casa Bianca e nel punto di massima tenuta della grande coalizione europea di socialisti e Ppe. In poche settimane abbiamo vinto un referendum, è caduto Renzi, il Pd è alla vigilia di cambiamenti decisivi, Trump è stato eletto e rischia di determinare poco meno che una guerra con la Cina e un disastro nelle relazioni con il mondo arabo.
Nel parlamento europeo socialisti e popolari si spaccano e in Francia nel partito socialista vince Hamon sulle parole d’ordine del reddito e della riduzione dell’orario di lavoro. È cambiato tutto. E noi non proviamo a fare una discussione larga, alta? Oggi, non domani, dobbiamo mettere al centro i temi del lavoro, del reddito, degli investimenti pubblici, della riconversione ecologica, dell’innovazione, di una nuova sinistra che ricostruisce l’ambizione del governo con un programma avanzato, radicale.

Scusi, non è che sta prendendo atto che la sua area avrà meno delegati e quindi rischia di perdere e doversi adeguare a un’altra linea?
Voglio essere chiaro: è l’esatto contrario. Comunque delle tessere parleremo in seguito, se sarà necessario, quando capiremo le decisioni del nostro organismo di garanzia. Oggi vorrei solo dire che tutte le posizioni in campo hanno lavorato per allargare la partecipazione al congresso: è un fatto positivo. Per me la priorità è stata convincere tante e tanti che non ci credevano più. Ora si tratta di garantire la massima partecipazione, a cominciare dai livelli territoriali. Ma il punto per me è: non voglio prendere parte a un talent show e ancora meno avvelenare la discussione interna.

Potrebbe ritirarsi?
La mia candidatura è a disposizione, è uno strumento e non un fine. Propongo che Rimini sia l’occasione per la costruzione di un campo largo dell’alternativa. Per farlo serve una gestione collegiale del gruppo dirigente, non una lotta fratricida. Se invece si negano queste novità lo si dica chiaramente.

30 Gen, 2017

Il mondo isola Trump. Critiche dai leader ma il vero ostacolo sono le imprese

Federico Rampini, La Repubblica

“Il nostro paese ha bisogno di frontiere sicure e controlli drastici. Subito. Guardate cosa succede in tutta l’Europa e nel resto del mondo, un caos orribile!”. Di fronte all’isolamento internazionale – e alle forti proteste interne – Donald Trump twitta la sua reazione. E’ tutt’altro che pentito per il caos provocato dal bando anti-islamici. Tocca ai suoi sottoposti tappare le falle più vistose di un provvedimento improvvisato, come l’inclusione dei titolari di green card. Ma sul senso generale non ha ripensamenti, anzi contrattacca.

28 Gen, 2017

Protection Network

Giovedì 2 marzo
Albano Laziale

Il prossimo 2 marzo prende il via il “Corso di formazione qualificata per il contrasto alla violenza” e che si pone l’obiettivo di coinvolgere, in modo sinergico e nel rispetto dei ruoli, tutti gli attori istituzionali del volontariato e del terzo settore, direttamente impegnati nelle attività rivolte alla protezione dei minori e di tutte le vittime di maltrattamento, nell’ambito territoriale della ASL RM 6

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27 Gen, 2017

V Commissione

Giovedì 2 marzo 2017, ore 14
Sala Latini

Audizione sulla proposta di legge n.288 del 18 settembre 2015: “Norme per il riconoscimento, la promozione ed il sostegno del diritto alla conoscenza e allo studio nella Regione Lazio”.

Interverranno:
– Maria Giacinta Bianchi (Università Sapienza di Roma)
– Giacomo Ranaldi (Università Sapeinza di Roma)
– Alessandro Cacciapuoti (Università Sapeinza di Roma)
– Riccardo Sbordoni (Laboratorio Conoscenza)
– Serena Fagiani (Link)
– Giuseppe Montalbani (ADI)

27 Gen, 2017

La scuola piange: è morta Simonetta Salacone

Mi ricordo quando in diretta con la radio inondava il microfono di parole giuste e pensieri forti. Una foga straordinaria, generosissima.

Mi ricordo quando con orgoglio indicava i gruppi di genitori rom che accompagnavano i figli a scuola, la Sua Scuola, finalmente conquistati – loro per primi – alla causa dell’istruzione dei loro piccoli.

E poi quelle feste, in aula magna o in cortile, tutti ordinati ma in fondo tutti mescolati, senza barriere ne’ distinzioni fra i Suoi bambini e ragazzi.

L’ultimo dibattito insieme è stato non molto tempo fa al FusoLab, per parlare di educazione di genere e contrasto alla violenza sulle donne.

Se ne è andata ieri sera Simonetta Salacone. Insegnante.

Una che tutti -i-giorni-nessuno-escluso ha costruito (e difeso) una Scuola migliore per tutti/e noi. Quella sì, davvero Buona.

26 Gen, 2017

Sky: pericoloso effetto domino, subito una mozione in Consiglio regionale

Una mozione unitaria da calendarizzare al primo Consiglio utile e una Commissione aperta, da riconvocare a stretto giro, per scongiurare la chiusura della sede romana di Sky. E’ quanto si è stabilito oggi nel corso della Commissione regionale sul pluralismo dell’informazione, che si è riunita per affrontare, anche a livello istituzionale, una vicenda che rischia di stravolgere la vita umana e professionale di quasi 500 dipendenti.

Un confronto necessario ma orfano dell’interlocutore principale, data l’ingiustificata assenza in Commissione dei rappresentati di Sky, che hanno disertato l’audizione e perso un’occasione di confronto importante e doverosa. Riteniamo grave l’atteggiamento dell’azienda che di fronte al grido d’allarme lanciato dalle parti sociali evita ogni interlocuzione. Forse perché si tratta di una vicenda paradossale, visto che un’azienda sana, con un fatturato che la porta ad essere la seconda in Italia, licenzia 120 lavoratori e ne trasferisce 300 da Roma a Milano.

La vicenda della sede romana di Sky va affrontata subito e in modo corale, perché rischia di creare un effetto domino con ripercussioni gravi non solo sulla vita di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie ma anche sul tessuto socio-produttivo di Roma e del Lazio.