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Fare fronte comune, tra Istituzioni e giornalisti, contro le mafie. E schierarsi al fianco della buona informazione, per non lasciare solo chi – svolgendo una funzione democratica fondamentale – vive minacciato, intimidito. In troppi casi addirittura sotto scorta.

Ha ragione il Presidente dell’Osservatorio regionale per la legalità e la sicurezza Giampiero Cioffredi: i 28 giornalisti del Lazio finiti sotto minaccia della criminalità organizzata soltanto dall’inizio del 2015 sono un dato insopportabile. Perché la libertà di stampa misura la qualità della nostra democrazia.

In Consiglio regionale, durante la discussione della proposta di Legge quadro a sostengo del Pluralismo dell’informazione, abbiamo presentato e approvato gli emendamenti della associazioni antimafia per inserire l’informazione sulla legalità e la lotta alle mafie tra i principi guida di una corretta comunicazione pubblica, abbiamo anche ascoltato e recepito le osservazioni delle forze sindacali, perché il precariato e la fragilità del sistema aumentano la ricattabilità e l’esposizione dei giornalisti all’aggressione della mafia.

Aver fatto oggi, vigilia dell’apertura del processo Mafia Capitale, un’iniziativa come “Diritto di cronaca e lotta alle mafie” significa anche fare appello alla categoria giornalistica e alle testate tutte, affinché l’informazione sul dibattimento possa essere quanto più vicina alla comprensione dei fatti e lontana da ogni eventuale spettacolarizzazione.

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