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L’emergenza casa determinata dal mancato rinnovo della proroga degli sfratti decisa dal governo, rischia di divenire per la città di Roma e per i grandi centri della nostra Regione una vera e propria bomba sociale.

In particolare nella Capitale, dove negli ultimi dieci anni ci sono state più di diecimila sentenze di sfratto per finita locazione.

Decine di migliaia di uomini e donne e minori che rischiano di finire per strada, senza una casa, nonostante la percentuale altissima fra di loro di persone che per reddito e condizioni sociali potrebbero accedere alla proroga dello sfratto.

Sono convinta che la questione abitativa vada affrontata non in modo “ragionieristico” ovvero citando solo l’ammontare delle risorse economiche messe in campo per questo settore, ma vada dipanata tenendo insieme i molti elementi che la definiscono a cominciare dal gran numero di famiglie con pericolo di sfratto che cercano di restare nelle case in cui vivono semplicemente – e aggiungo amaramente – perché le loro condizioni economiche non gli permettono di accedere in nessun modo al mercato immobiliare degli affitti.

Va tenuto conto inoltre che moltissime delle sentenze di sfratto sono il frutto di una morosità forzosa, altro disastroso risultato di una crisi economica e lavorativa che soprattutto nella Capitale lascia ogni giorno segni indelebili.

Ecco perché credo vada sostenuta la battaglia degli assessori competenti di tre grandi città – a cominciare da quella del Comune di Roma, Francesca Danese – che chiedono a gran voce al governo centrale provvedimenti concreti per scongiurare l’aggravarsi di un vero dramma sociale.

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