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03 Dic, 2014

Dopo 36 anni una legge che mette a sistema il mondo dello spettacolo dal vivo e rimarca l’importanza delle arti

Il consiglio regionale con l’approvazione della legge 145 ha voltato definitivamente pagina. Il testo deliberato oggi, va a sanare un vulnus durato 36 anni, periodo in cui non è stato mai elaborata una legge omnicomprensiva per il settore dello spettacolo dal vivo.

“Questa legge – dichiara Marta Bonafoni – mostra grande interesse all’offerta culturale e ai suoi prodotti puntando l’attenzione affinchè a tutti i territori sia garantita un’ offerta culturale omogenea. Lo spirito della legge tiene insieme le nostre radici, la nostra memoria e la sua coltivazione con l’innovazione, ovvero la possibilità per i nuovi e le novità di accedere al mondo delle arti e della cultura. Questo provvedimento conferma che la cultura deve e può diventare non solo ossatura economica del Lazio ma parte portante del sistema culturale civile e democratico della nostra Regione.

“E’ una legge innovativa – aggiunge Cristian Carrara – che mette a sistema tutto ciò che riguarda lo spettacolo dal vivo. Ovvero la musica, il teatro, la danza e quello che attiene al mondo dell’impresa, dell’amatorialità, dell’educazione e della formazione. Questa legge si muove su tre filoni: il sostegno all’impresa culturale che riconosce il valore fondamentale non solo per la creazione di posti di lavoro, ma anche per il mantenimento vivo dell’approccio alla bellezza da parte dei cittadini. Il secondo filone è il riconoscimento e la valorizzazione di tutto ciò che è amatorialità legato ai cori, al teatro, alla danza, sottolineando il valore non solo artistico ma sociale di queste realtà che in alcuni piccoli comuni – e penso ad esempio alle bande musicali – rappresentano dei veri presidi sociali. Il terzo importante concetto contenuto in questa legge è il sostegno all’educazione dei piccoli all’arte, come occasione di crescita non solo artistica ma come sviluppo integrale della persona”.

“Un ringraziamento speciale – conclude Riccardo Valentini – va ai consiglieri del Per il Lazio che in commissione cultura sono maggioritari e che con le loro proposte hanno contribuito in modo più che fattivo alla stesura di questa legge che segna l’inizio di una nuova pagina per la cultura nel Lazio”.

03 Dic, 2014

Mafia Capitale, ora cambiare tutto con scelte forti e buona politica

La portata enorme e dirompente dell’inchiesta sulla “Mafia Capitale” venuta alla luce in queste ore, merita un’attenzione e un approfondimento da parte della politica senza precedenti, così come senza precedenti è il quadro di sistema che esce dall’ordinanza.

Il lavoro che il Procuratore Pignatone e il suo pool hanno scritto nero su bianco da una risposta definitiva alla domanda che da troppo tempo non trovava una risposta nella nostra città. A Roma la mafia esiste? Da ieri sappiamo che è così: a Roma la mafia c’è, gode di un patrimonio “relazionale” che le viene portato dall’essere Capitale d’Italia, e quindi scena in cui si muovono politici, imprenditori, professionisti, è una mafia originale e originaria che non ha l’accento meridionale e la “coppola”, come erroneamente qualcuno ancora pensava, ma ha le facce e il portamento anche dei colletti bianchi, vede uno accanto all’altro un’estremista di destra e pezzi delle cosiddette cooperative rosse, siede da pari a pari al tavolo con le altre mafie.

C’è una cosa che colpisce ancora di più, poi, nelle intercettazioni che leggiamo sui giornali. L’assalto alla “cosa pubblica” dei predoni criminali, avveniva sulla pelle degli ultimi, dei poveracci: i rom, i rifugiati, i minori non accompagnati. E a leggerli i filoni su cui gli affari della Mafia Capitale si concentravano mettono i brividi: i rifiuti, i campi rom, i residence per i richiedenti asilo. Emergenze vecchie e nuove che ora cominciamo a capire perché non sono mai state risolte: avrebbero affamato la macchina del sistema criminale.

Di fronte a questa realtà che è piombata davanti ai nostri occhi con l’inchiesta della Procura di Roma, la politica deve essere in grado di dare risposte nuove, forti, determinate: sciogliere i nodi del sistema alla base, operare con sempre maggiore trasparenza nei bandi, nelle nomine, negli appalti. Interrompere definitivamente il “business della disperazione” dando risposte sul piano dei diritti.

Su tutto, e sulle vicende personali degli indagati, vige per quanto mi riguarda il rispetto di procedimenti aperti, il garantismo di chi dice che le inchieste non sono sentenze, l’auspicio che l’iter della giustizia sia il più veloce possibile. Per chiarire, e per permettere a chi coinvolto ed estraneo, di difendersi nel migliore e più efficace dei modi.

03 Dic, 2014

Una luce nella notte dell’economia

Sarà pure la prima tappa di un cammino lungo e non scontato ma certo il progetto di legge sulla riconversione ecologica e sociale della Regione Lazio ha tutte le carte in regola per aprire percorsi inediti quanto importanti.

La proposta di legge è stata presentata il 2 dicembre ed è firmata da sedici consiglieri. In realtà è il frutto comune delle idee e delle proposte, tra gli altri, di Cgil e Fiom Lazio, Reset, Fondazione culturale responsabilità etica, Officine OZ, Action, che A Sud ed Ecosistemi hanno trasformato in un testo di didici articoli. Il lavoro di preparazione e partecipazione svolto finora è stato accompagnato dalla consigliera regionale Marta Bonafoni. Ora la proposta è stata consegnata al vicepresidente e assessore alla Formazione Ricerca Scuola Università della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio.

Non è facile in questo momento dare un volto concreto a temi come la conversione ecologica e sociale ma, come spiegano i promotori del progetto di legge, non ci sono più alternative. “Quella cominciata nel dicembre 2007 non è una crisi, è una guerra economica – dice Massimiliano Smeriglio – Sembra di essere nel romanzo di Céline, Viaggio al termine della notte, con la differenza che al momento non ci sono armistizi da firmare, non si intravede alcuna fine, è cambiato il rapporto tra luce e buio. È in questo contesto che dobbiamo lanciare nuove sfide. Abbiamo bisogno di mettere al centro i bisogni delle persone comuni, nuovi stili di vita, il tema della sobrietà ma anche il modo in cui ci sentiamo cittadini. Dobbiamo avviare processi di reale riconversione ecologica e sociale della produzione e dei consumi. La proposta di legge lavora su queste sfide”.

Il primo romanzo di Louis-Ferdinand Céline, pubblicato nel 1932, è una interpretazione suggestiva delle crisi e dei tormenti politici e morali del periodo fra le due guerre. Ieri come oggi, quelli che stanno in alto fanno di tutto per la proclamazione di Tina, There is no alternative: insomma, in tempi grigi, dobbiamo rassegnarci ai tormenti. “L’economia e la politica hanno i loro paradigmi già definiti, al centro ci sono sempre le grandi imprese – aggiunge Smeriglio – Con questa legge proviamo a smarcarci, cerchiamo altri terreni per migliorare il benessere delle persone, per offrire strumenti diversi con cui sperimentare alternative. Siamo convinti di poter offrire in questo modo un contributo importante a un dibattito che va oltre la nostra regione”.

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Regione Lazio, Sala Tevere: presentazione del progetto di legge sulla riconversione ecologica e sociale
Il progetto di legge si rivolge in particolar modo alle piccole e medie imprese in situazioni di pre-crisi. Anche per le imprese recuperate, cioè autogestite dai lavoratori e disposte a orientare in senso ecologico la propria attività produttiva, si aprono possibilità incoraggianti. Altri beneficiari della legge sono le associazioni, le onlus, le Ong, gli enti che tutelano beni comuni o che recuperano spazi pubblici in situazioni di degrado o disuso. Per tutti, la nuova bussola è il progetto di misurazione del benessere equo e sostenibile, nato da un’iniziativa di Istat e Cnel, nel dibattito internazionale sul superamento del Prodotto interno lordo.

Il punto di partenza è costituito tanto dalle imprese che chiudono e rendono più precario il lavoro, quanto da una crisi ambientale devastante, come dimostrano le 57 aree fortemente inquinate in attesa di una bonifica urgente, diffuse in tutte le regioni (nel Lazio, la Valle del Sacco e Civitavecchia).

10494944_10205116781072893_3116462308851263099_o“La proposta legislativa si preoccupa di cosa ma anche di come produrre – spiega Marica Di Pierri di A Sud – Un ruolo centrale è riservato alla formazione per la riqualificazione dei lavoratori e per la costruzione di una coscienza diffusa diversa tra i cittadini. In tutto questo la società civile è chiamata in causa non solo nella partecipazione alla preparazione del testo di legge, ma anche nel controllo della sua futura applicazione. Da qui in avanti continueremo a monitorare il percorso e a esercitare quel controllo sociale necessario. Vogliamo rendere il provvedimento uno strumento utile al cambiamento, verso un modello produttivo sostenibile, equo e redistribuitivo”.

Quali sono alcuni degli strumenti messi a disposizione dalla normativa in cerca di approvazione? Acquisti verdi, equo etichette, sostegno per la ricerca sui temi della sostenibilità, microcredito, aree di produttività ecologica. Il campo di ricaduta dei processi di riconversione include le filiere complete di produzione, la trasformazione dei prodotti e dei servizi, la modifica dell’uso di materie prime e di fonti energetiche, l’accorciamento delle distanze tra produzione e consumo, la formazione. L’ambizione è fare tutto questo attraverso la cooperazione tra mondi diversi: le piccole e medie imprese, le organizzazioni sociali, il mondo scientifico, gli enti pubblici.

Uno dei punti forti del progetto è l’affidamento della ricerca di finanziamenti alla Cabina di Regia sui fondi comunitari (che chiedono di investire proprio “su uno sviluppo sostenibile, intelligente e inclusivo”), già molto attiva nella Regione. Conclude Smeriglio: “Per una legge di questo tipo mettiamo in campo prima di tutto una cosa: le risorse per realizzarla”.

Comune-info
3 dicembre 2014