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01 Dic, 2014

Le case della salute sono il punto focale della rete dei servizi socio-sanitari

L’inaugurazione di questa mattina della prima Casa della Salute nel territorio del I Municipio a Roma, rappresenta un primo importante traguardo per la ridefinizione di quello che sarà il sistema socio-sanitario a cui sta lavorando la Giunta Zingaretti fin dal suo insediamento.

Il sistema delle Casa della salute, che quest’amministrazione sta disseminando in tutto il territorio della Regione Lazio, rappresenta l’ossatura della nuova rete socio-sanitaria.

Strutture sanitarie pensate non come dei “piccoli ospedali” ma al contrario realtà territoriali in grado di accogliere e curare cittadini e cittadine che necessitano di prestazioni sanitarie, in alternativa ai Pronto soccorso.

La grande novità rappresentata dalle Case della salute è quella di mettere insieme servizi sanitari per offrire una rete territoriale alternativa agli ospedali.

L’integrazione socio-sanitaria, cosi ben visibile oggi nelle varie stanze che abbiamo visitato durante l’inaugurazione e finalizzata a preservare la salute pubblica anche attraverso il rafforzamento, l’efficientamento e la modernizzazione del sistema sanitario regionale, rappresenta la nostra sfida più grande, alla quale stiamo rispondendo con la forza di una squadra rappresentata da Regione, Comune di Roma e Municipio per migliorare i servizi e rispondere con un nuovo modo alle richieste di cura.

Risposte ad una domanda forte e presente nei nostri territori; la folla che attendeva il taglio del nastro è il miglior viatico per la nuova sfida.

01 Dic, 2014

Cibo criminale la mafia e i nuovi servi della gleba

Don Luigi Ciotti e Stefano Rodotà dialogano su un’industria nascosta con un giro d’affari di 15 miliardi. […] Quel boss invisibile che siede alla nostra tavola. C’è un cibo difficile da digerire, un cibo illegale, è il cibo mafioso. Il cibo che le mafie coltivano, monopolizzano, trasportano, trasformano, vendono le economie avanzate del paese vivono solo grazie al lavoro dei migranti disprezzati.
Michele Smargiassi, La Repubblica