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28 Nov, 2014

Casapound soffia sul fuoco dell’intolleranza

Ennesimo e grave gesto quello compiuto oggi da Casapound che stamattina ha bloccato l’uscita del Villaggio Attrezzato di Via Cesare Lombroso nel Municipio XIV, impedendo il passaggio dei bambini e dei ragazzi del campo che si apprestavano ad andare a scuola. Lo stesso è avvenuto di fronte ad alcuni complessi scolastici della zona in cui i minori rom sono iscritti.

La denuncia che intendo rilanciare arriva da Arci Solidarietà e della cooperativa sociale Eureka che lavorano con quei minori, uniche realtà a segnalare il gravissimo attacco ai diritti dei ragazzi. Se mai ce ne fosse stato bisogno, questa e’ la conferma del fatto che c’è chi nelle periferie romane soffia sul fuoco del disagio per provocare reazioni fuori controllo.

L’azione di oggi da parte dei neofascisti di Casapound e’ stata infatti motivata da false notizie riportate dalla stampa di presunti raid compiuti da rom contro gli studenti del liceo Tacito e degli istituti Rosa Luxemburg e Domizia Lucilla. Eventi smentiti in maniera categorica dai dirigenti scolastici degli istituti citati.

Come cittadina democratica e come rappresentante delle istituzioni rivolgo un appello alle autorità competenti affinche’ siano impedite altre antidemocratiche prese di spazio da forze neofasciste, e ai cittadini e cittadine della nostra regione a praticare in modo concreto una politica di confronto, inclusione, rigettando segregazioni e divieti di sapore marcatamente fascista che toccano direttamente il diritto di tutti i bambini di accesso all’educazione e all’istruzione.

28 Nov, 2014

Consiglio Regionale

Lunedì 29 dicembre, ore 12.00
Consiglio Regionale del Lazio

Dei sei provvedimenti legislativi relativi alla sessione di bilancio restano da esaminare:
– la proposta di legge regionale n. 230 “Legge di Stabilità regionale 2015”;
– la proposta di deliberazione consiliare n. 37 “Approvazione della proposta di bilancio armonizzato del Consiglio regionale del Lazio per l’esercizio finanziario 2015-2017 in applicazione del Decreto Legislativo del 23 giugno 2011, n. 118”;
– la proposta di legge regionale n. 229 “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2015-2017”.

Ordine del giorno

27 Nov, 2014

Contro le mafie presenza costante delle istituzioni e politiche di equità sociale

La Regione Lazio in prima linea nella lotta alle mafie e ad ogni forma di criminalità organizzata con azioni che a 360 gradi toccano tutti i differenti ambiti a rischio infiltrazioni.

“Le attività illecite – dichiara il consigliere regionale Baldassare Favara in occasione della presentazione di Mamma mafia di Danilo Chirico, nell’ambito del meeting regionale contro le mafie – legate alle organizzazioni malavitose sul territorio del Lazio sono molteplici e vanno dalla prostituzione, alle estorsioni, all’usura al riciclaggio di denaro sporco. Siamo la seconda regione per numero di transazioni economiche sospette segnalate dalla banca d’Italia e la quarta per quantità di droga sequestrata dopo la Sicilia, Calabria, Campania. Dati questi che confermano la presenza diffusa delle criminalità organizzate che la Regione Lazio contrasta con il sostegno alle attività delle forze dell’ordine locali e nazionali e con interventi di sensibilizzazione ed educazione che toccano tutti gli ambiti da quelli economici, produttivi, sociali”.

“L’antimafia – aggiunge Marta Bonafoni – deve essere un prerequisito presente in tutte le politiche messe in campo dalle istituzioni, dal welfare, al sociale, alla scuola all’educazione. La crisi economica sempre piu mordente rende piu’ esplicito il tentativo della mafia di sostituirsi allo Stato. Ecco perchè sono necessarie istituzioni sempre più forti e presenti capaci di annientare l’ingiustizia sociale della mafia con politiche di equità e benessere per tutta la comunità.”

27 Nov, 2014

Scuola, la sentenza è storica: “I precari vanno assunti”

La corte di giu­sti­zia euro­pea: il governo ita­liano sta­bi­lizzi pre­cari della scuola con il con­tratto a ter­mine. Non ci sono solo i 148 mila che Renzi vuole assu­mere. Ce ne sono almeno altri 100 mila. Col­pito al cuore il sistema della pre­ca­rietà di Stato. Torna la demo­cra­zia nelle scuole ita­liane?

La Corte di giu­sti­zia dell’Unione Euro­pea ha col­pito al cuore il sistema del pre­ca­riato nella scuola in Ita­lia. Con una sen­tenza attesa da tempo ieri la corte di Lus­sem­burgo pre­sie­duta dal giu­dice slo­veno Marko Ile­sic ha dichia­rato ille­gali i con­tratti di lavoro a tempo deter­mi­nato sti­pu­lati in suc­ces­sione oltre i 36 mesi (tre anni). Da oggi i docenti pre­cari e il per­so­nale Ata, che hanno supe­rato un con­corso nel 1999, o hanno otte­nuto un’abilitazione, hanno diritto ad essere assunti nella scuola. La Corte ha ripor­tato sui binari del diritto un paese che ha cer­cato con tutti i mezzi di restare nell’illegalità con il Dl 368 del 2001 che per­mette un numero illi­mi­tato di rin­novi con­trat­tuali solo nella scuola.

L’Italia sarà così obbli­gata, pena risar­ci­menti milio­nari e decine di migliaia di ricorsi ai giu­dici del lavoro, a tor­nare a far parte dello stato di diritto comu­ni­ta­rio dopo quin­dici anni.

La sen­tenza ha un valore epo­cale per­ché vale sia per il lavoro pub­blico che per quello pri­vato. Dun­que sia per la scuola e la pub­blica ammi­ni­stra­zione sia per le imprese. Que­sto signi­fica che la riforma Poletti (la prima parte del Jobs Act) che ha can­cel­lato la cosid­detta «cau­sa­lità» dei con­tratti a ter­mine può essere con­si­de­rata non valida poi­ché con­trav­viene alla diret­tiva euro­pea 70 del 1999. Quella che vieta i rin­novi dei con­tratti a ter­mine oltre i tre anni, ma che il governo Renzi non ha rispet­tato. Con­tro que­sta «riforma», i giu­ri­sti demo­cra­tici, la Cgil e l’Usb hanno già pre­sen­tato una denun­cia alla Com­mis­sione Euro­pea. In caso di parere posi­tivo, il ricorso pas­serà alla Corte che, alla luce della sen­tenza di ieri, non potrà che con­fer­mare il suo orien­ta­mento. Nel frat­tempo in Ita­lia, i giu­dici del lavoro saranno costretti ad appli­care la sen­tenza nella scuola o negli enti di ricerca e nella P.A.

La Corte ha smon­tato uno degli alibi usati dai governi per non fare le assun­zioni: quello dei con­corsi pub­blici. Una rarità ormai, di recente risco­perto in maniera cao­tica e ini­qua dal mini­stero dell’Istruzione. Ebbene, i lavo­ra­tori dovranno essere assunti subito senza aspet­tare l’epletamento delle pro­ce­dure concorsuali.

La sen­tenza fa inol­tre tra­bal­lare le basi sulle quali è stato costruito l’edificio della pre­ca­rietà sin dal 1997, quando il centro-sinistra di Prodi approvò il fami­ge­rato «pac­chetto Treu». Riso­lu­tivi sem­brano i punti 100 e 110 della sen­tenza a favore di otto docenti e col­la­bo­ra­tori ammi­ni­stra­tivi napo­le­tani che hanno lavo­rato per il mini­stero dell’Istruzione per non meno di 45 mesi su un periodo di 5 anni. Il primo sta­bi­li­sce che il con­tratto a tempo inde­ter­mi­nato è «la forma comune dei rap­porti di lavoro» anche in set­tori come la scuola dove il tempo deter­mi­nato rap­pre­senta «una carat­te­ri­stica dell’impiego». Il secondo punto smen­ti­sce le poli­ti­che dell’austerità con le quali i governi hanno giu­sti­fi­cato il blocco delle assun­zioni in tutto il pub­blico impiego: il rigore del bilan­cio non può giu­sti­fi­care il «ricorso abu­sivo a una suc­ces­sione di con­tratti di lavoro a tempo deter­mi­nato». Biso­gnava aspet­tare l’Europa per affer­mare la cer­tezza di que­sti prin­cipi. A tanto è arri­vata la bar­ba­rie poli­tica e giu­ri­dica nel nostro paese.

Ieri il governo Renzi ha pro­vato a fare il vago. La rispo­sta del mini­stro dell’Istruzione Ste­fa­nia Gian­nini era pre­ve­di­bile: la «buona scuola» pre­vede l’assunzione dei 148 mila docenti pre­cari nelle gra­dua­to­rie ad esau­ri­mento e il con­corso per 40 mila nel 2015. Tutto a posto allora? Per nulla. La sen­tenza della Corte chia­ri­sce la fon­da­men­tale discri­mi­na­zione com­piuta dal governo ai danni di almeno altre 100 mila per­sone che non ver­ranno assunte a set­tem­bre, pur aven­done i titoli. Si tratta dei docenti abi­li­tati Pas e Tfa, oltre che del per­so­nale Ata (almeno 15 mila). La mag­gior parte ha lavo­rato più di 36 mesi nella scuola. Si parla di 70 mila, ma anche di 100 mila.

Sui numeri non c’è cer­tezza per­ché manca un cen­si­mento serio, l’unico stru­mento per pro­ce­dere ad un vero piano per le assun­zioni. La sen­tenza è infine un colpo tre­mendo, anche finan­zia­rio, alla poli­tica degli annunci dell’esecutivo. Se, com’è pre­ve­di­bile, con­ti­nuerà sulla sua strada, allora dovrà pre­pa­rarsi a pagare milioni di euro in risar­ci­menti. Nei tri­bu­nali ita­liani giac­ciono almeno die­ci­mila ricorsi in attesa della sen­tenza della Corte. Da oggi i pro­cessi di mol­ti­pli­che­ranno a dismi­sura e si con­clu­de­ranno con una con­danna. Renzi si trova davanti a que­sta alter­na­tiva: assu­mere fino a 300 mila per­sone nella scuola, oppure ini­ziare a pagar­gli i danni.

Tutti i sin­da­cati della scuola stanno affi­lando le armi giu­ri­di­che. L’Anief, che tra i primi ha ini­ziato a per­cor­rere que­sta strada, pre­para una valanga di nuovi ricorsi per imporre il paga­mento degli scatti di anzia­nità ai pre­cari, non­ché le loro men­si­lità estive per un totale di 20 mila euro. «È una pagina sto­rica – ha detto Mar­cello Paci­fico, pre­si­dente Anief – Ora è asso­dato che non esi­stono ragioni ogget­tive per discri­mi­nare chi è stato assunto a tempo deter­mi­nato nella scuola dal 1999». La Gilda di Rino Di Meglio ha reca­pi­tato una dif­fida al governo. Se entro dicem­bre non avvierà la sta­bi­liz­za­zione dei pre­cari per­cor­rerà fino in fondo la via giudiziaria.

«La que­stione pre­ca­riato è esplo­siva – sostiene Mas­simo Di Menna della Uil Scuola – Con­ferma la mio­pia di una gestione del per­so­nale attenta al rispar­mio anzi­ché al rispetto dei diritti dei lavo­ra­tori». Piero Ber­noc­chi dei Cobas chiama alla mobi­li­ta­zione con­tro il governo che, come i pre­ce­denti, pre­fe­rirà pagare le multe piut­to­sto che rispet­tare il diritto: «Con il suo piano Renzi voleva espel­lere il 50% dei docenti met­tendo pre­cari con­tro pre­cari, fasce con­tro fasce. Non c’è riu­scito. Ora biso­gna esten­dere que­sta con­qui­sta a tutto il pub­blico impiego». «Non biso­gna illu­dere i pre­cari, non pos­sono aspet­tare gli anni del dibat­ti­mento nelle aule legali — sostiene Cri­stiano Fiorentini(Usb) — La sen­tenza non deter­mina assun­zioni imme­diate. Ci vuole una norma per la stabilizzazione».

«Il governo ha soste­nuto che la Cgil difende i lavo­ra­tori sta­bili e discri­mina quelli pre­cari — sostiene Mimmo Pan­ta­leo, segre­ta­rio Flc-Cgil — La sen­tenza della Corte di Giu­sti­zia euro­pea sulla scuola ha ribal­tato que­sta fal­sità e dimo­stra come il nostro sin­da­cato si stia bat­tendo per i pre­cari. Que­sta sen­tenza raf­forza le ragioni dello scio­pero gene­rale del 12 dicem­bre». Giunta all’indomani dell’approvazione alla Camera del Jobs Act, la sen­tenza col­pi­sce uno dei pila­stri della riforma tar­gata Renzi-Poletti: vieta cioè di rin­no­vare infi­nite volte il con­tratto a ter­mine: «Ora devono sce­gliere — con­ti­nua il sin­da­ca­li­sta — O affron­tano migliaia di ricorsi, e li per­de­ranno, oppure sta­bi­liz­zano tutti i pre­cari e non solo quelli iscritti nelle gra­dua­to­rie a esaurimento».

La sen­tenza della Corte Ue è uno di quei «casi in cui diciamo meno male che l’Europa c’è — ha com­men­tato la segre­ta­ria Cgil Susanna Camusso — Non c’è dub­bio che que­sta sen­tenza sia un pre­ce­dente per i pre­cari della P.A. e sul decreto Poletti. Il governo deve rispon­dere sul fatto che non pro­cede alla sta­bi­liz­za­zione dei precari».

Roberto Ciccarelli, Il Manifesto

25 Nov, 2014

Bonafoni-Patane’, alleanza per formazione professionale delle vittime

Questa Giornata internazionale contro la violenza sulle donne vuole essere per la Regione Lazio una data caratterizzata da decisioni che vanno nella direzione della concretezza, prima e grande preoccupazione da quando Consiglio regionale e Giunta hanno intrapreso il complesso percorso per il contrasto alla violenza di genere. La legge approvata lo scorso marzo è stato il primo importante passaggio, che oggi con il finanziamento annunciato di quasi 4 milioni di euro segna un secondo importante risultato.

Parte integrante della strategia globale contro la violenza sulle donne è l’iniziativa messa in campo in collaborazione con l’Accademia L’Oreal e I Sargassi, e in stretta sinergia con i centri anti violenza di Solidea, per tracciare un percorso lavorativo praticabile alle donne che escono dalla violenza – proseguono i due consiglieri – Ne sono state scelte cinque che nel 2015 grazie alla disponibilità di un’importante realtà lavorativa e professionale come I Sargassi avranno la possibilità di formarsi- anche
attraverso l’autonomia economica e decisionale – per declinare al passato la loro esperienza di violenza subita. E l’iniziativa di oggi – che si è svolta nella splendida cornice dell’Accademia L’Oreal – che ha visto
presenti oltre il Presidente Zingaretti e l’Assessora Visini, importanti realtà imprenditoriali e sindacali, marca inconfutabilmente quale sarà la strada da percorrere tutti e tutte insieme per il superamento della violenza.

Un percorso fatto di leggi, provvedimenti, Osservatorio e sempre più centri e strutture sul territorio, unitamente ad iniziative come questa finalizzate all’autonomia e alla crescita professionale delle donne. Tutte azioni che puntiamo a moltiplicare per farne strumento di azione strategica della
Regione Lazio.

24 Nov, 2014

L’Osservatorio regionale è strumento fondamentale contro la violenza sulle donne

L’Osservatorio regionale – presentato oggi insieme all’assessora Ciminiello e al consigliere Lupi – rappresenta un importante strumento per il contrasto della violenza di genere, previsto e voluto nella Legge contro la violenza sulle donne della Regione Lazio.

L’Osservatorio ha un compito ambizioso e delicatissimo: offrire dati che rendano possibile comprendere il fenomeno e quindi efficace la risposta politica, monitorando allo stesso tempo le politiche regionali per – se occorre – correggerle e implementarle.

Il lavoro su un tema così sensibile e socialmente di grande impatto come la violenza di genere, non può che essere in progress, modulando gli interventi soprattutto per incidere sul capitolo “informazione e comunicazione”.

E su questo ambito il lavoro sarà di prioritaria urgenza per smontare stereotipi e costruire società davvero nel segno delle pari opportunità. L’ Osservatorio, strumento fortemente voluto dalla Giunta Zingaretti e dal consiglio regionale, sarà un moltiplicatore di anticorpi sociali contro le la violenza di genere.

22 Nov, 2014

Consiglio Regionale

Lunedì 22 dicembre, ore 12.00
Consiglio Regionale del Lazio
Via della Pisana, 1301

In Aula i sei provvedimenti legislativi relativi alla sessione di bilancio.

Si comincia lunedì 22 dicembre, alle ore 12, con l’esame della proposta di deliberazione consiliare n. 30 “Approvazione del conto consuntivo del Consiglio regionale del Lazio esercizio 2013” e l’esame della proposta di legge regionale n. 226 “Rendiconto generale della Regione Lazio per l’Esercizio Finanziario 2013”. A seguire, la relazione dell’assessore regionale al Bilancio, Alessandra Sartore, e la discussione generale. I lavori sono stati calendarizzati anche per martedì 23, lunedì 29 e martedì 30 dicembre.

Gli altri quattro provvedimenti all’ordine del giorno sono:
– la proposta di deliberazione consiliare n. 35 “Documento di Economia e Finanza Regionale 2015 Anni 2015-2017”;
– la proposta di legge regionale n. 230 “Legge di Stabilità regionale 2015”;
– la proposta di deliberazione consiliare n. 37 “Approvazione della proposta di bilancio armonizzato del Consiglio regionale del Lazio per l’esercizio finanziario 2015-2017 in applicazione del Decreto Legislativo del 23 giugno 2011, n. 118”;
– la proposta di legge regionale n. 229 “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2015-2017”.

ALLEGATI:

Ordine del giorno (PDF 69,99KB)

21 Nov, 2014

Infernetto: sulle periferie e l’accoglienza servono parole nuove

Respingo con fermezza e determinazione quanto accaduto all’Infernetto ad opera del movimento neofascista Forza Nuova, che ha apposto manichini impiccati contro dei ragazzi accolti in un centro di accoglienza per minori. Un gesto xenofobo – peraltro neppure originale visto che FN da anni crede di poter fare scalpore con iniziative simili – che, in un clima già molto ‘caldo’ all’interno delle nostre periferie, potrebbe alimentare tensioni sociali. Per questo, non possono essere tollerate speculazioni di alcun tipo, anche se solo da parte di un ristretto gruppo composto da qualcuno che soffre di mania di protagonismo.

Di certo si tratta di questioni da affrontare con molta delicatezza e attraverso il dialogo, e soprattutto con parole nuove: solo così potremo reagire in modo proficuo e efficace a provocazioni simili, inaccettabili in una città, che xenofoba non è, come Roma.

19 Nov, 2014

Femminicidio: nel Lazio un primato “negativo” che denunciamo quotidianamente

Il dato Eures che conferma Roma con 11 casi la città con il maggior numero di femminicidi nel 2013, non ci coglie impreparate.

E’ il triste primato con il quale ci confrontiamo quotidianamente come donne e come rappresentanti delle istituzione.

E la legge contro la Violenza di genere in vigore già da alcuni mesi nella Regione Lazio, fortemente voluta e costruita con le realtà delle donne e dell’associazionismo, rappresenta la risposta non omnicomprensiva ma sicuramente necessaria a questo dramma sociale che vede le donne come “vittime predestinate”.

Credo che il nostro sforzo debba essere intensificato in modo da coinvolgere settori sempre maggiori della società civile nel contrasto alla violenza di genere, attraverso l’educazione dei giovani, l’inclusione, il rifiuto della prevaricazione.

Obiettivi questi, che caratterizzano l’azione della Giunta Zingaretti impegnata fin dal suo insediamento a far sì che la lotta alla violenza sulle donne non sia derubricato a obiettivo non prioritario.