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Sarò in piazza oggi  a Roma a fianco della Cgil, ma soprattutto a fianco delle donne e degli uomini del sindacato che faranno di Piazza S. Giovanni il luogo per dire e progettare cose di sinistra.
Non credo si tratti di un appuntamento rituale o solo un’occasione per dire chi c’era o chi non c’era e ha scelto di andare altrove.

Domani la piazza sarà di chi non condivide i principi ispiratori del jobs act e la riforma del mercato del lavoro attuata dal governo. Lavoratori e lavoratrici, precari e disoccupati, pensionati e studenti che chiedono di non cancellare l’articolo 18 e rivendicano soprattutto il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e l’impegno concreto in difesa della dignità e della libertà delle persone.

Sarò li perché ritengo quella piazza il luogo giusto per avviare a fianco della Cgil un cammino che, a sinistra, sappia indicare dove mutare le politiche economiche e sociali del Paese, in una logica di rinnovamento che mai secondo me deve vedere politica e sindacato contrapposti, ma una a fianco dell’altro, ciascuno nella propria autonomia, lungo un percorso che miri davvero a un Paese nuovo e più giusto.

Come rappresentante delle istituzioni credo infine che l’appuntamento di domani sia importante anche per far sentire la voce delle Regioni, indisponibili ad essere stritolate tra pareggio di bilancio e spending review e costrette a tagliare servizi essenziali come sanità e scuola ai cittadini dei loro territori.

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