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Due notizie di cronaca gravissime: uno riguarda una ragazza di colore offesa pesantemente e picchiata sul bus da un gruppo di persone per timore di contagio Ebola. L’altro coinvolge una bambina di 3 anni, tornata dall’Uganda – paese che oltretutto non è tra quelli in cui si è diffuso il virus Ebola – stata oggetto di discriminazione da parte di alcuni genitori dei suoi compagni di classe, convinti che la minore potesse essere portatrice del virus, nonostante vi fosse un certificato medico che scongiurasse ogni rischio.

Credo che sia assolutamente indispensabile condannare episodi del genere che non solo generano allarme immotivato ma, soprattutto, ledono la dignità delle persone di tutti i colori, alle quali, specie in questo periodo, invece, le Istituzioni devono garantire rispetto e sicurezza personale. Non è di certo la pelle nera che può indiscriminatamente indurre ad aggredire adulti e bambini volando ogni regola di convivenza civile e umana. Per questo va spento il vento che da Grillo col suo Movimento Cinque Stelle all’asse tra Salvini e Casa Pound soffia sul fuoco della propaganda razzista.

La Regione Lazio ha messo già in campo tutte le risorse e le misure possibili per affrontare eventuali emergenze legate a Ebola. Fin da agosto ha predisposto un piano di prevenzione e un protocollo che definisce i criteri e i percorsi sanitari di presa in carico di casi sospetti, come ha spiegato ieri il Direttore scientifico dello Spallanzani, punto di riferimento nazionale per Ebola, in commissione Sanità al Consiglio regionale.

Da parte mia, la solidarietà alla ragazza aggredita e alla famiglia della bimba di Fiumicino.

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