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Oggi più che mai mi sento orgogliosa di essere una cittadina di Roma.

La trascrizione sul registro di stato civile dei matrimoni celebrati all’estero di 16 coppie omosessuali e’ un atto importante che rende la nostra città più giusta, democratica ed europea.

Sono vicina al sindaco Marino che questa mattina in Campidoglio ha risposto al desiderio di questi nostri concittadini, dando peraltro seguito a una sentenza inequivocabile della Corte Costituzionale. Più delle polemiche, più delle proteste, più di ogni scontro ideologico, credo debba valere sempre per i rappresentanti politici l’aderenza ai desideri, alle aspirazioni, ai bisogni dei loro rappresentati. D’altra parte ormai ce lo confermano anche i sondaggi: più del 50% degli italiani si dice favorevole ai matrimoni fra persone dello stesso sesso.

Oggi in Campidoglio tra gli sposi che hanno visto trascritti i loro nomi su quel registro c’erano anche i miei amici Gianni e Rosario. Personalmente ho la fortuna di conoscere il loro essere famiglia, il modo che hanno di condividere allegria e intelligenza con chi sta loro intorno, la loro determinazione a essere se stessi fino in fondo, dentro un quadro di uguaglianze e pari opportunità per tutti, e non solo per se stessi.

Sono certa che se la politica trovasse davvero il tempo e il coraggio di guardarle da vicino, queste nuove famiglie italiane, farebbe cadere anche gli ultimi insopportabili tabù contro le unioni gay.

Auguri Gianni, auguri Rosario. E grazie. Perché se voi come gli altri sposi e spose di oggi non aveste avuto la caparbietà di arrivare fino in fondo, questa mattina in Campidoglio non ci sarebbe stata nessuna cerimonia. E Roma sarebbe stata più buia, rassegnata, e ingiusta.

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