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I ragazzi e le ragazze che oggi hanno manifestato a Roma e in altre città taliane per una scuola diversa non sono la faccia più conosciuta di un fenomeno rituale. Questi studenti – i primi a manifestare nell’era renziana – pongono delle richieste alla politica e alla società ed e’ nostro compito dare risposte concrete.

Il diritto allo studio va inteso come accesso all’istruzione pubblica e gratuita ma a 360 gradi deve comprendere tutta una serie di interventi, come trasporti a tariffe agevolate, buoni libro, borse di studio, scuole accessibili, in grado di garantirlo concretamente. La Regione Lazio con il piano annuale per il diritto allo studio sta affrontando questi bisogni a cominciare dai contributi ai Comuni per il trasporto e i libri di testo.

Sono queste alcune delle priorità per i cittadini e le cittadine dei nostri territori a cui bisogna dare risposte. La difesa delle risorse per il diritto allo studio deve essere una nostra prioritèà non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale, nella certezza che oggi e sempre un sistema scolastico pubblico sano, in cui si indirizzino risorse economiche, strutturali e di personale, sia il miglior viatico per una vera democrazia

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