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05 Feb, 2014

Al CIE di Ponte Galeria rassegnazione e attesa per le risposte del Governo

Con le bocche scucite, ma ancora con la disperazione negli occhi. Questa mattina sono tornata nel Cie di Ponte Galeria per accertarmi delle condizioni dei migranti trattenuti nel centro, ormai a tre giorni dalla sospensione della protesta che aveva visto nuovamente 13 ragazzi cucirsi la bocca, rifiutare i pasti e saltare le visite mediche contro la loro condizione detentiva.

La loro protesta si è effettivamente interrotta ma le loro condizioni non sono affatto migliorate e la loro denuncia non è affatto venuta meno. Sono stati loro stessi a confermarcelo: “Ci siamo scuciti la bocca perché sfiniti, stanchi, alcuni di noi anche malati. Ma abbiamo sospeso la protesta anche per via della nostra rassegnazione, perché nulla sta cambiando dentro il Cie”. “Chiediamo la grazia – ha sintetizzato uno di loro – ci aspettiamo l’intervento di Napolitano, un segnale da Papa Francesco”.

Anche al Cie tra l’altro l’alluvione ha lasciato il segno: sempre secondo i racconti dei ragazzi nei giorni scorsi l’acqua scendeva dal soffitto delle stanze e nei bagni c’era solo acqua fredda. Per il resto questa mattina al Cie la vita quotidiana degli 80 trattenuti (63 uomini e 17 donne) scorreva come da routine, tra convalide, colloqui, visite mediche. Una routine fatta però da sbarre e porte chiuse dietro le quali stazionano anche per mesi cittadini stranieri che spesso non hanno compiuto alcun reato.

Per questo sono uscita dalla visita di questa mattina ancor più persuasa dalla necessità di superare la legge Bossi-Fini e di chiudere i Cie, istituzioni detentive irriformabili. Rinnovo infine l’auspicio che la mozione già depositata in Consiglio Regionale e firmata da tutti i capigruppo di maggioranza arrivi al più presto all’attenzione e al voto dell’aula della Pisana anche in vista del corteo no Cie del 15 febbraio prossimo, manifestazione alla quale parteciperò anche io.

05 Feb, 2014

Giusto o sbagliato non può essere reato

Aderisco alla piattaforma nazionale antiproibizionista che porterà a manifestare a Roma il prossimo 8 febbraio tutte le realtà antiproibizioniste per chiedere l’abolizione della legge Fini-Giovanardi sulle droghe. Un’adesione totale che vuole amplificare anche nella Regione Lazio lo slogan del comitato promotore contro questa legge sbagliata, ingiusta e iniqua.

Una legge, la Fini – Giovanardi, che ha contribuito in modo sostanziale al peggioramento della convivenza civile, criminalizzando intere fasce di giovani e ingrossando in modo abnorme il numero di detenuti per reati lievi.

Sono infatti 26.000 su un totale di 65.000 i detenuti reclusi per violazione della Fini-Giovanardi, una normativa che ha peggiorato indiscutibilmente la vivibilità delle istituti di pena non segnando in nessun modo passaggi decisivi nella lotta alle mafie che gestiscono il traffico e lo spaccio di stupefacenti.

La mobilitazione di sabato sarà anche un modo per fare pressione civile in vista del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla incostituzionalità della legge 49/06 previsto per il prossimo 11 febbraio.

05 Feb, 2014

Strasburgo vota la tabella di marcia contro l’omofobia

Ritiene che la scuola sia un ambiente fondamentale per la promozione dei messaggi di rispetto e “invita gli Stati membri ad agire per dare impulso a una conoscenza obiettiva delle problematiche relative all’orientamento sessuale, all’identità e all’espressione di genere… esprime preoccupazione per il fatto che i giovani Lgbti e coloro che sono considerati tali corrano un rischio maggiore di essere vittime di bullismo”.
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