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04 Feb, 2014

Migranti abbandonati nel Cara allagato. Presto il Garante regionale dei rifugiati

In 800, tra cui 80 minorenni, sono rimasti nel Centro senza luce, con cibo di fortuna e senza acqua potabile. Peciola (Sel): “Sono presenti mamme con bambini anche molto piccoli, che non possono rimanere nella struttura in quelle condizioni”. Bonafoni (Pl): “Giovedì legge in commissione alla Pisana” LE FOTO

Isolati e allagati. Così sono rimasti gli 800 migranti del Cara di Castelnuovo di Porto in questi giorni di maltempo. Strade bloccate da frane e smottamenti hanno reso per due giorni impossibile raggiungere la struttura Porto che sorge in una piana vicinissima al Tevere. E l’emergenza non è finita: oggi erano ancora visibili i segni dell’acqua sui muri e sono ancora in corso gli interventi di ripristino per i danni subiti. “E’ una situazione ancora molto precaria per i rifugiati e richiedenti asilo politico ed è in corso la riorganizzazione del funzionamento della struttura“, fa sapere Gianluca Peciola di Sel che oggi ha visitato il centro. Venerdì, con il nubifragio, la struttura si è completamente allagata (guarda le foto) e i migranti, tra cui 80 minorenni, sono stati costretti a scappare sui tetti. Molti di loro sono rimasti senza documenti.

SENZA SOCCORSI – “L’acqua – racconta la consigliera Marta Bonafoni (Pl) che ha raccolto alcune testimonianze – superava i sessanta centimetri d’altezza. Un fiume che ha allagato tutto: la mensa, le cucine, l’ambulatorio medico, gli uffici e tutti i locali destinati alle famiglie di richiedenti asilo – soprattutto quelle con bambini – ubicate al pian terreno. Chi era dentro – continua Bonafoni – non poteva uscire, e chi era fuori non poteva arrivare. Alcuni operatori hanno lanciato l’allarme ma secondo i loro racconti né la Protezione Civile né i Vigili del Fuoco sarebbero intervenuti fino alla sera, quando con un canotto sono state evacuate però solo 24 persone”.

Oggi manca ancora l’acqua potabile e con le cucine allagate sono stati garantiti solo pasti di fortuna. A denunciare la situazione erano stati i movimenti per il diritto all’abitare già venerdì. Giorno in cui uno degli operatori del centro è rimasto folgorato in seguito a un corto circuito.

SOVRAFFOLLAMENTO – “Come ho potuto verificare nel corso del sopralluogo – aggiunge Peciola – reso possibile grazie alla disponibilità della Prefettura nonostante il poco preavviso della visita, sono evidenti i segni del sovraffollamento e le stanze che ho potuto vedere sono in condizioni fatiscenti. Nel Cara sono presenti mamme con bambini anche molto piccoli, che non possono rimanere nella struttura in quelle condizioni, devono essere trasferiti in luoghi più adatti”.

IL GARANTE DEI DIRITTI DEI RIFUGIATI – Giovedì prossimo, fa sapere la consigliera Bonafoni, “in Commissione Politiche Sociali alla Pisana verrà discussa la legge sull’istituzione del Garante dei diritti dei rifugiati. Una figura che si occuperà anche di supervisionare le strutture destinate ad accogliere i rifugiati e i richiedenti asilo della nostra Regione, accertando la loro idoneità e la loro rispondenza a tutti gli standard, di legalità e civiltà. Un importante collegamento tra le istituzioni e i centri che potrà scongiurare casi di silenzio assordante come quello del Cara di Castelnuovo di Porto”.

04 Feb, 2014

M5S, le nostre colleghe della Regione Lazio si dissocino dagli attacchi sessisti

Come donne elette nel centrosinistra e nel centrodestra della Regione Lazio desideriamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà alla Presidente della Camera Laura Boldrini e alle deputate del Pd fatte oggetto in questi giorni di attacchi e insulti sessisti, gravissimi, da parte dei militanti e dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle.

Una tale deriva ci indigna e ci preoccupa: in democrazia mai il confronto può e deve passare il segno, diventare offesa, umiliazione o aggressione. Siamo soltanto 6 consigliere regionali a firmare questo comunicato, perché ancora così scarsa è la rappresentanza femminile nelle nostre istituzioni e ancora non pienamente riconosciuto il contributo che le donne danno nei loro molteplici ruoli. Per questo troviamo inquietante il silenzio in cui sono piombate in questi giorni le nostre 4 colleghe, le consigliere regionali del M5S.

Di solito così attive nelle dichiarazioni sia per mezzo di agenzie che nei social network in queste ore non si trova traccia invece di una loro presa di posizione e di distanza rispetto a quello che sta accadendo in Parlamento e nei mezzi di comunicazione vicini al movimento di Beppe Grillo.

A loro, con le quali abbiamo condiviso da ultimo un interessante dibattito intorno alla legge sulla violenza contro le donne, a loro che abbiamo sentito parlare di dignità femminile offesa, di violenza anche verbale, di un corretto uso di un linguaggio non sessista, chiediamo ora di essere coerenti e conseguenti, e di dissociarsi da quanto sta avvenendo per mano e per bocca dei loro colleghi grillini.

Le consigliere regionali del gruppo Per il Lazio Cristiana Avenali, Daniela Bianchi, Marta Bonafoni, Rosa Giancola, Teresa Petrangolini e della Lista Storace Olimpia Tarzia

04 Feb, 2014

Violenza sulle donne: rabbia per la donna ridotta in coma dal suo convivente

Voglio esprime il mio più sincero dolore e la mia vicinanza alla giovane donna di 19 anni, colpita dal suo convivente che l’ha ridotta in coma. Oltre il mio pensiero per lei e per le  tante altre donne colpite dalla violenza di genere sento però dentro di me una grandissima rabbia  che non è un mio sentimento privato, ma che condivido con tante altre donne impegnate contro la violenza maschile.

E’ intollerabile e non concepibile pensare a relazioni di coppia che da conflittuali e difficili virano sulla violenza e la donna è sempre quella che paga il prezzo più alto: la vita, come è accaduto in moltissimi casi che non smetteremo mai di denunciare, la dignità di esistere, la salute. E’ il momento davvero di dire basta.

Dalla Pisana abbiamo iniziato un cammino impegnativo che ha portato all’approvazione in commissione Cultura e Pari Opportunità di una legge regionale contro la violenza di genere. Ma credo che un incisivo intervento vada fatto su più fronti e non solo su quello legislativo. A cominciare dalle istituzioni nazionali dove uomini misogini ritengono possibile insultare le loro colleghe deputate e poi celarsi dietro scuse ipocrite.

04 Feb, 2014

Cari sessisti, ci insultate e ci accusate ma avete solo paura

È sempre colpa nostra. Davvero incredibile il masochismo femminile. Un maschietto di quart’ordine lancia un insulto becero ad un gruppo di donne che lavorano nel complicato mondo della politica e sotto accusa, con un abracadabra dell’inconscio collettivo, finiscono le femministe di “Se non ora quando”, ree di aver costruito una gigantesca manifestazione contro un altro maschietto ineducabile che, incurante delle responsabilità della sua alta carica, collezionava favorite come un sultano, impegnava il suo tempo in orgette e barzellette, sdoganando pericolosamente quella bassa meccanica mentale del maschio-massa secondo cui le donne sono “tutte puttane meno mia sorella”, e quindi vincono quelle che la danno via facile, zitte “bone” e disponibili e più giovani sono meglio è, perciò minorenni è il massimo.

Complimenti, c’è di che essere fiere di noi. Il deputato Massimo De Rosa dice a un gruppo di sue colleghe che hanno conquistato la prestigiosa carica in virtù di una loro felice propensione ad eccellere nel sesso orale, e la colpa è della Guzzanti che ha detto alla Carfagna eccetera eccetera eccetera.

Nemmeno mia madre, una vera regina dell’autolesionismo, riusciva a farsi del male con questa abilità sopraffina. E dire che le donne della sua generazione con l’autosvalutazione ci andavano a nozze.
Proviamo, noi che siamo venute dopo, a razionalizzare. E partiamo, rispettosamente, da Mara Carfagna.

La sua sfolgorante bellezza le ha certamente aperto le porte del cuore dell’allora Presidente del Consiglio. Lui ne ha fatto talmente poco mistero che la sua signora dell’epoca, Veronica, si è pure scocciata su La Repubblica, con un seguito micidiale di ampio e circostanziato dibattito. La bella ministra, poi, si è tagliata i capelli, si è comprata un stock di tailleur e si è messa a lavorare. Tutto è bene quel che finisce bene.

Resta il fatto che bellezza compiacenza e accettazione del ruolo (di funzione del desiderio maschile) ancora, purtroppo, sono elementi tristemente determinanti nella promozione sociale femminile.
Se una donna è giovane e bella (e di belle ce n’è sempre di più), anche se ha tre lauree e un talento strepitoso, anche se studia e si impegna e fatica come un mulo, viene comunque sfiorata, almeno una volta, dalla battuta: “e con chi è andata letto questa per arrivare dove è arrivata?”.
Automatismi del maschio meno progredito (e ce n’è ancora parecchi). Subcultura desolante. D’accordo. Ma è così. E lo sappiamo tutti.

Perciò chi è giovane e brutta, o non più giovane e così così, rischia di restare al palo. Non parte. Non partecipa alla gara. O partecipa con un handicap. Chi, al contrario, è in possesso dei requisiti giusti per concorrere al ruolo di pupa del capo, anche se è un genio, viene inchiodata alla croce della sue misure… Parliamo delle bambole. Fino alla metà del secolo scorso erano bebè, le bambine le cullavano, le sgridavano, le imboccavano e il modello era essere mamme.

Nel 1959 nasce Barbie. Ha uno stacco di coscia da soubrette, i capelli lunghi e biondi, le tettine, gli occhioni, il bikini. La bambine la vestono la svestono la pettinano. Poi comprano la casa il pony la spider la sala da ballo… il modello è essere belle.
Ci finiamo dentro tutte, da quelle che erano bambine in quegli anni, come me, a quelle che erano bambine ieri o adesso. Sculetta sculetta qualcosa accadrà.

È triste la battuta con cui Massimo De Rosa ha offeso le deputate, è deprimente. Ma non stupisce.
Il sessismo, come il razzismo, è un’etichetta, una coperta stretta. Come il razzismo, il sessismo è molto più radicato e profondo di quanto non si creda. Se la tirano addosso, l’accusa di sessismo, i contendenti politici, in nome di una correttezza formale, di una politesse istituzionale, che non morde veramente nel cuore del problema.

Il cuore del problema è che le donne non sono ancora persone, non lo sono fino in fondo, non hanno accesso, nel mistero dei precordi, del prerazionale, dell’indicibile, allo stesso rispetto di cui sono oggetto gli uomini. Sempre seconde, sempre cooptate, mai soggetto, mai protagoniste, mai padrone del gioco. Sempre di servizio. Sempre scelte o scartate, in base ai mutevoli umori del momento, scansate o invitate nel club maschile, che regge i destini del mondo. È questo che è davvero grave.

La non equipollenza, la tragedia della disparità. E, se salgono davvero in alto, come l’onorevole Boldrini, le donne finiscono travolte dal terrore animale che molti uomini provano, di fronte a chi, oltre al potere di generare, conquista anche quello di parlare, decidere, comandare.

Lidia Ravera, Huffington Post

04 Feb, 2014

Mozione unioni civili

Istituzione del registro delle unioni civili

Premesso che

– l’affermarsi di nuove culture e costumi di vita, ha fatto sì che gli ultimi decenni abbiano coinciso, non solo nel nostro paese, con un progressivo e sostanziale modificarsi dei rapporti interpersonali e delle forme di convivenza, dando così vita sempre più diffuso e praticato fenomeno delle unioni di fatto;

– si definiscono “unioni di fatto” tutte quelle forme di convivenza stabile tra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, ma non da vincolo matrimoniale;


Considerato che

– la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea sancisce all’art. 21 che: “E’ vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura (…).

Considerato inoltre che

– le unioni di fatto trovano garanzia nell’art. 2 della Costituzione Italiana, quale riconoscimento delle formazioni sociali (sentenza Corte Costituzionale n. 237/1986);

– la regione Calabria, con Legge Regionale 19 ottobre 2004, n. 25, si è dotata di uno Statuto che ha previsto “il riconoscimento delle formazioni sociali, culturali, economiche e politiche nelle quali si esprime la personalità umana, promuovendo il libero svolgimento delle loro funzioni ed attività” (art. 2, c. 2, lett. f);

– la regione Toscana, con Statuto approvato il 19 luglio 2004, “tutela la valorizzazione della famiglia fondata sul matrimonio” (art. 4, c. 1, lett. g) statuendo inoltre, tra le finalità prioritarie della Regione, “il riconoscimento delle altre forme di convivenza” (art. 4, c. 1, lett. h) e rigettando “ogni forma di xenofobia e di discriminazione legata all’etnia, all’orientamento sessuale” (art. 4, c. 1, lett. s);
– la regione Emilia-Romagna, con Legge Regionale 31 marzo 2005, n. 13, ha riconosciuto l’importanza “delle formazioni sociali attraverso le quali si esprime e si sviluppa la dignità della persona e, in questo quadro, lo specifico ruolo sociale proprio della famiglia, promuovendo le condizioni per il suo efficace svolgimento” (art. 9, c. 1, lett. b);

– il Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato il 17 luglio 2013 una Risoluzione che chiede una legge statale sulle unioni civili che comprenda anche i registri comunali;

– la Regione Lazio, nel proprio Statuto, “Salvaguarda e valorizza il diritto alla libertà e garantisce
l’eguaglianza di ogni componente della comunità laziale nell’esercizio dei diritti civili, sociali, economici e politici sanciti dalla Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” (art. 6, c. 3);

Rilevato che

– secondo l’Istat nel 2011 sono state celebrate 204.830 nozze mentre sono 972mila le coppie che hanno scelto di formare una famiglia al di fuori del vincolo matrimoniale (unioni di fatto e il fenomeno è in continua espansione (si è passati dalle 500mila circa del 2008 alle 972mila del 2011);

– in Italia le unioni di fatto non sono disciplinate da nessuna normativa specifica, a livello di legislazione ordinaria e speciale sono stati attribuiti degli effetti giuridici alla convivenza more uxorio, ma solo relativamente ad alcuni ambiti circoscritti;

– nella società civile c’è  di fatto un riconoscimento del valore delle unioni di fatto tanto che recentemente, il 30 novembre 2013, il Consiglio Nazionale del Notariato ha svolto una giornata, denominata “Contratti di convivenza Open day”, durante la quale si sono svolti sul territorio una serie di incontri formativi dedicati al tema della convivenza. Attraverso i “contratti di convivenza” predisposti dal Notariato secondo le norme di legge previste dall’ordinamento vigente, si possono disciplinare contrattualmente diversi aspetti patrimoniali relativi alla convivenza nelle famiglie di fatto.


Rilevato inoltre che

– nella Regione Lazio, i comuni di Tarquinia (Viterbo), Ariccia (Roma), Ciampino (Roma), Pomezia (Latina), Cassino (Frosinone), Bassano Romano (Viterbo), Canepina (Viterbo) hanno approvato l’istituzione di registri delle unioni;

– nel Comune di Roma, i Municipi X, VI, XI, XV, XVI (vecchi circoscrizioni) e Municipi XIV e III (nuove circoscrizioni) hanno approvato l’istituzione di registri delle unioni civili;

Impegna il Presidente della Regione Lazio e la Giunta

– ad attivarsi affinché si pervenga all’approvazione di una legge statale che istituisca in ogni Comune (e quindi in ogni Comune della Regione Lazio) il Registro delle unioni civili, al quale persone dello stesso sesso o di sesso diverso possono iscriversi e depositare un contratto con il quale definiscono le modalità della loro vita in comune.

04 Feb, 2014

Un viaggio diverso dagli altri. 30 anni di CIES

14-17 febbraio
Acquario Romano – Casa dell’Architettura
Piazza M. Fanti, 47
Orari: 14-15 febbraio dalle ore 9:00 alle ore 23,00
16 e 17 febbraio dalle 9:00 alle 13:00

SABATO 15 FEBBRAIO

Ore 17:30 proiezione del film “La mia classe” * Realizzato con la partecipazione di una
classe di studenti stranieri di italiano, il cui insegnante è interpretato dall’attore Valerio
Mastandrea. Saranno presenti dei rappresentanti del cast ed il regista Daniele
Gaglianone.
A seguire Tavola rotonda; “Storie di Diritti e Identità. I nuovi cittadini si raccontano”
Sono stati invitati rappresentanti delle istituzioni, della cultura, della scuola e del privato
sociale
Partecipano: l’Assessore alle Periferie del Comune di Roma Paolo Masini, l’Assessore
alla formazione, ricerca, scuola e università della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio
la scrittrice Igiaba Scego, il Direttore Generale del Dip. Giustizia Minorile del Min.della
Giustizia Serenella Pesarin, l’Assessore alle Politiche Sociali del I Municipio Emiliano
Monteverde, il consigliere comunale Gianluca Peciola e la consigliera regionale Marta
Bonafoni, il portavoce della Rete G2 Mohamed Tailmoun.
Ore 20:00 apericena e visita alla mostra Mostra multimediale: “Da Somafco a Lampedusa”
Ore 21:00 Concerto finale Ensemble Matemusik Band
Per il film è richiesta la prenotazione al numero: 0677264611. [Ore 10.00/17.00. Dal
lunedì al venerdì].

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UN VIAGGIO DIVERSO DAGLI ALTRI. 30 ANNI DI SOLIDARIETÀ, COOPERAZIONE, INTERCULTURA

L’evento si svolgerà all’interno dei meravigliosi spazi dell’Acquario Romano – Casa
dell’Architettura (piazza M. Fanti 47) a Roma dal 14 al 17 febbraio 2014.
Per tutta la durata dell’evento sarà possibile visitare la Mostra multimediale: “Da
Somafco a Lampedusa” nell’anello situato al piano rialzato. Si tratta di una mostra sui
trenta anni di attività del CIES che “scorreranno” su monitor e schermi e saranno
raccontati da filmati, immagini, audiobook e videointerviste.

Somafco (Solomon Mahlangu Freedom College) e Lampedusa: due realtà distanti nel
tempo con cui il CIES ha lavorato, l’una “rifugio” dei giovani esuli sudafricani in esilio in
Tanzania negli anni 80, l’altra il ben noto “ponte” di ingresso in Europa di centinaia di
migliaia di profughi provenienti da tutto il Continente Africano.

Una parte della sala grande – piano terra sarà occupata dalla mostra interattiva “Rotte
Migranti”, destinata nelle mattine del 14, 15 e 17 febbraio alle scuole.
Il percorso dura circa 75 minuti , è gestito da 8 animatori/attori e fa rivivere ai visitatori il
viaggio di migranti e richiedenti asilo, con la stessa metodica, il gioco di ruolo, utilizzato
dalla Mostra Interattiva “Sola Andata”.

Nella sala grande – piano terra sarà proiettato un video appositamente creato per i trenta
anni del CIES e immagini dei progetti più significativi.
Inoltre, saranno attivati collegamenti e interviste con operatori CIES che lavorano nei
progetti di cooperazione internazionale.

Orari:Il 14-15 febbraio dalle ore 9:00 alle ore 23,00. Il 16 e 17 febbraio dalle 9:00 alle
13:00
L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio del I Municipio di Roma Capitale ed è stata
riconosciuta dall’UNAR come “attività di rilievo nell’ambito della prevenzione e del
contrasto di fenomeni di discriminazione razziale”

PROGRAMMA
VENERDÌ 14 FEBBRAIO
Mattina:
ore 9.00 – Apertura della MOSTRA “DA SOMAFCO A LAMPEDUSA” nell’anello situato al
piano rialzato e della MOSTRA INTERATTIVA “ROTTE MIGRANTI” PER LE SCUOLE
(sala grande – piano terra)
Pomeriggio:
INCONTRO DIBATTITO INAUGURAZIONE (17.00 – 19.30)
“Le cittadinanze possibili. Solidarietà, Cooperazione, Intercultura”
Tavola rotonda che consenta attraverso l’accenno a tematiche apparentemente separate
di rappresentare il filo conduttore per una cittadinanza mondiale. Si spazierà dal caso Sud
Africa con l’insegnamento di Mandela e della lotta contro il razzismo e l’apartheid, al
significato di una cooperazione internazionale che non prescinda dalla solidarietà e dal
valore del partenariato, fino ad “approdare” a tematiche particolarmente attuali come i
concetti di accoglienza, integrazione e intercultura.
Partecipano alla tavola rotonda il Sindaco di Roma Ignazio Marino; il Vescovo Matteo
Zuppi; l’Ambasciatore del Sudafrica in Italia Nomatemba Tambo; il Sottosegretario
all’Istruzione Marco Rossi Doria; il Direttore Generale della DGCS del Ministero agli Affari
Esteri Giampaolo Cantini; il Vicedirettore del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione
del Ministero degli Interni Riccardo Compagnucci; il Presidente del Centro Astalli Padre
Giovanni La Manna, il Direttore dell’UNAR Marco De Giorgi; la Portavoce per l’Europa
del Sud di UNHCR Carlotta Sami; l’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio
Rita Visini. Introduce Elisabetta Melandri, Presidente del CIES. Saluti del Presidente
dell’Ordine degli Architetti di Roma Livio Sacchi. Modera Maria Cuffaro, Rai TG3.
Si tratterà di una riflessione comune dall’antiapartheid alla cittadinanza mondiale a cui
sono invitati attori pubblici e privati che hanno accompagnato il CIES nel lavoro di questi
anni come il Primo Municipio, il Forum del Terzo Settore, la AOI, vari sponsor e fondazioni
e tanti altri.
Ore 19:30
Spettacolo “Altrove. Città e invisibili” prodotto dal Gruppo/laboratorio Teatro Centro
Aggregativo Giovanile del CIES – MaTeMù con la regia di Gabriele Linari
Ore 21:00
Buffet
Per lo spettacolo «Altrove. Città e invisibili» è richiesta la prenotazione al numero:
0677264611. [Ore 10.00/17.00. Dal lunedì al venerdì].
Per il buffet verrà richiesto un contributo a partire da €15 che andrà a finanziare un
progetto di cucina didattica al Centro Aggregativo Giovanile MaTeMù

SABATO 15 FEBBRAIO
Mattina:
ore 9.00 – Apertura della Mostra “DA SOMAFCO A LAMPEDUSA” nell’anello situato al
piano rialzato e della MOSTRA “ROTTE MIGRANTI PER LE SCUOLE” (sala grande –
piano terra)
Pomeriggio:
dalle 15.30
Contest di breakdance. 2vs2 per ragazzi dai 13 ai 18 anni. Presenta: MC Rapper Lucci
Giuria: The Klan
Ore 17:30 proiezione del film “La mia classe” * Realizzato con la partecipazione di una
classe di studenti stranieri di italiano, il cui insegnante è interpretato dall’attore Valerio
Mastandrea. Saranno presenti dei rappresentanti del cast ed il regista Daniele
Gaglianone.
A seguire Tavola rotonda; “Storie di Diritti e Identità. I nuovi cittadini si raccontano”
Sono stati invitati rappresentanti delle istituzioni, della cultura, della scuola e del privato
sociale
Partecipano: l’Assessore alle Periferie del Comune di Roma Paolo Masini, l’Assessore
alla formazione, ricerca, scuola e università della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio
la scrittrice Igiaba Scego, il Direttore Generale del Dip. Giustizia Minorile del Min.della
Giustizia Serenella Pesarin, l’Assessore alle Politiche Sociali del I Municipio Emiliano
Monteverde, il consigliere comunale Gianluca Peciola e la consigliera regionale Marta
Bonafoni, il portavoce della Rete G2 Mohamed Tailmoun.
Ore 20:00 apericena e visita alla mostra Mostra multimediale: “Da Somafco a Lampedusa”
Ore 21:00 Concerto finale Ensemble Matemusik Band
Per il film è richiesta la prenotazione al numero: 0677264611. [Ore 10.00/17.00. Dal
lunedì al venerdì].

DOMENICA 16 FEBBRAIO
Mattina:
ore 9:00 – Apertura della Mostra “DA SOMAFCO A LAMPEDUSA”nell’anello situato al
piano rialzato
Spazio espositivo delle associazioni del territorio romano.
Chiusura ore 13:00

LUNEDÌ 17 FEBBRAIO
Mattina:
ore 9.00 – Apertura della Mostra “DA SOMAFCO A LAMPEDUSA”nell’anello situato al
piano rialzato e della MOSTRA “ROTTE MIGRANTI” PER LE SCUOLE (sala grande –
piano terra)
Chiusura alle ore 13:00

04 Feb, 2014

Scuola, genere, linguaggio, città

Giovedì 13 febbraio, ore 11.00
Comune di Formia

Tavola rotonda – Scuola, genere, linguaggio, città

Presentazione istituzionale
Monica Cirinnà (Senato della Repubblica)
Marta Bonafoni (Consigliera Regione Lazio)
Sandro Bartolomeo (Sindaco di Formia)
Patrizia Menanno (Delegata alle P.O.)

Presentazione didattica
Gigliola Corduas (FNISM). Didattica e identità di genere.
Maria Pia Ercolini (Toponomastica femminile). Che genere di città?
Stefano Ciccone (Univ. di Tor Vergata – Ass. Maschile plurale). La presenza maschile nell’educazione al genere
Irene Giacobbe. (AFFI. Linguaggi e genere. Titolo provvisorio)
Gabriella De Angelis (Dirigente scolastica FNISM)
Referente Liceo Vitruvio Formia (da definire)