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12 Dic, 2013

Ambulatorio Medicina Solidale Tor Bella Monaca: ripristinare subito acqua e riscaldamento

Non può e non deve accadere a Roma. Da ieri l’ambulatorio di Medicina Solidale  e delle Migrazioni attivo presso via Aspertini nel sesto municipio, nei locali dell’ex centro anziani, è senza acqua e senza riscaldamento; l’Acea si è infatti presentata presso i locali di Tor Bella Monaca staccando l’utenza e – da quanto ci riferiscono gli operatori sanitari dell’ambulatorio  – portando anche via con se il contatore. Oggi a Roma la temperatura ha raggiunto i 5 gradi centigradi, sempre oggi nell’ambulatorio di Medicina Solidale erano previste le visite neonatali, pediatriche e ostetriche quindi la prima conseguenza del distacco dell’Acea ha comportato che questa mattina bambini anche molto piccoli e donne incinte sono state accolte dentro locali freddi e privi di acqua, senza la possibilità di essere visitati.

La situazione del Servizio di Medicina Solidale è complessa e si trascina da tanti, troppi anni senza trovare una soluzione. E’ arrivato il tempo in cui tutti i soggetti coinvolti, a partire dal Comune di Roma, il Policlinico di Tor Vergata e lo stesso sesto municipio si siedano intorno a un tavolo per mettere in sicurezza un servizio ambulatoriale che assiste in media 10000 pazienti l’anno tra cui 2000 bambini, tutti concentrati nelle fasce più fragili della popolazione e in uno dei territori più complessi della città di Roma.

Nel più breve tempo possibile, in ogni caso, faccio appello affinché l’Acea riattivi immediatamente il servizio idrico in via Aspertini: ciò che è accaduto è inaccettabile e disumano. A quanto pare per una bolletta di 40 euro non pagata si colpiscono donne e bambini in uno dei loro diritti costituzionali più importanti: il diritto alla salute.

12 Dic, 2013

Poveri Cie, due giorni senza capire e farsi capire

Un assenza, quella del mediatore, che ha reso impossibile alla signora comprendere le informazioni di base: orari e regole; quali erano i propri diritti; a quali servizi poteva avere accesso; persino dove era capitata e come poter uscirne. E invece a causa dell’assenza di un mediatore che parlasse la sua lingua è stata due giorni, dal trattenimento all’udienza con il giudice di pace, senza poter parlare con qualcuno.
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