Sulle politiche nei confronti dei rom e’ necessario a Roma e nel Lazio passare dalla fase dell’emergenza – che spesso ha coinciso con un vero e proprio sperpero di denaro pubblico – a quella della messa a sistema di politiche pubbliche serie e lungimiranti e inclusive.
I mega campi mono-etnici e gli sgomberi forzati che hanno caratterizzato i vari Piani nomadi hanno portato a un vero e proprio clima di segregazione nei confronti dei rom.
Un clima di intolleranza acutizzato anche dall solitudine dei cittadini delle periferie, lasciati spesso soli di fronte a situazioni di degrado. Come Regione Lazio occorre mettere in campo atti e interventi lontani dalle generalizzazioni e vicini da una parte ai bisogni delle persone, dall’altra ai loro diritti a cominciare da quello all’inclusivita’.
Come consigliera di maggioranza del centrosinistra sto lavorando all’istituzione di un tavolo di lavoro insieme alle associazioni che lavorano a fianco dei rom per arrivare a una revisione della legge 82 del 1985. Un testo nato per incentivare e promuovere l’inclusione dei rom, ma che in questi anni e’ stata applicata parzialmente e solo per fare da cornice istituzionale alla creazione di campi rom.
I campi vanno invece superati, come ci suggerisce la stessa strategia nazionale basata sull’inclusione dei rom, sinti e camminanti varata dal governo Monti. In questa direzione insieme all’assessora Visini, responsabile delle Politiche sociali, stiamo accelerando sull’istituzione di un tavolo regionale per l’applicazione della legge. Una strategia, quella della creazione di tavoli di confronto e di rappresentanza di tutti gli attori sociali, che sta nascendo in tutta Italia.
Mi raccomando di lavorare con chi conosce veramente, intendo chi sa nome e storia delle famiglie che vivono per strada. Sono due anni che cerco di dare una mano nella comunità di Sant Egidio ma quando cerchi di comunicare con le istituzioni , per risolvere piccoli problemi, fai una fatica bestiale, perdi intere mattinate e chi lavora non se lo può permettere. Scusami lo sfogo ma molti sentono il problema, e sarebbero felici di aiutare le istituzioni per migliorare l inclusione delle genti che non conos ono altri modi possibili di vivere che non quelli di cercare la carità o di vendere quello che trovano nella spazzatura..
Buon lavoro
Roberta