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11 Lug, 2013

L’iniziativa dell’Asl RMF sia di esempio

L’accesso ai servizi è la chiave attraverso la quale le istituzioni regionali possono anticipare almeno in parte gli effetti dell’approvazione di una normativa nazionale che permetta pari diritti civili e sociali per tutte le forme di unione tra uomini e donne, anche dello stesso sesso.

E’ anche attraverso provvedimenti come quello attuato dalla Asl RMF – che ha introdotto una norma nel proprio regolamento aziendale per tutelare i pazienti ricoverati e i propri conviventi –  che può cominciare un percorso di sensibilizzazione dei dipendenti della pubblica amministrazione, in primo luogo, e di tutti i cittadini e le cittadine”.

Anche se non sposato e dello stesso sesso – prosegue la consigliera – il convivente potrà assistere il proprio compagno ricoverato in virtù di un semplice legame affettivo. La norma, inoltre, garantisce l’accesso alle informazioni e comunicazioni inerenti lo stato di salute del malato; anche per questo credo che il provvedimento sia un atto di civiltà che mi auguro serva da esempio a tutte le strutture sanitarie.

11 Lug, 2013

No alle terre in disuso, oltre 10mila firme

Le oltre diecimila firme raccolte in meno di tre mesi ora sono in Campidoglio. A consegnarle al sindaco Ignazio Marino, le associazioni Terra!, daSud e la cooperativa Coraggio che hanno lanciato a una petizione online per chiedere al Comune che il territorio agricolo pubblico, come nel caso di Borghetto San Carlo sulla Cassia, non resti abbandonato ma utilizzato per dare lavoro ai giovani.

Una raccolta firme nata durante il presidio organizzato a maggio dalla Cooperativa Coraggio e dal Coordinamento romano per l’accesso alla terra, davanti al Borghetto San Carlo: 22 ettari di territorio agricolo sulla Giustiniana “abbandonati”, racconta Daniele Caucci di Terra!, “nonostante nel 2010 il Comune abbia stipulato un contratto col costruttore Mezzaroma per la ristrutturazione del casale entro marzo di quest’anno”.

A sostenere l’iniziativa è anche Gianluca Peciola, capogruppo Sel in assemblea capitolina, che ha chiesto “di non abbandonare il territorio agricolo romano e che sia destinato ad un utilizzo pubblico attraverso coltivazioni, orti e giardini condivisi, e diverse attività sociali e didattiche”. Mentre per Marta Bonafoni, consigliera regionale del Gruppo per il Lazio che, con il collega di Sel De Paolis ha presentato una proposta di legge affinché la Regione dia il via al censimento delle terre pubbliche per essere poi assegnate ai giovani, “offrire l’opportunità di poter utilizzare i terreni agricoli abbandonati è una delle migliori strade per uscire dalla crisi. E l’attenzione dimostrata da Marino è un buon segnale”.

Anna Rita Cillis, La Repubblica

11 Lug, 2013

Rosi, uccisa dall’ex denunciato per stalking

“Ora che mia figlia è morta siete venuti tutti. Ma per due anni no, per due anni di denunce no. E ora mia figlia è morta. L’avete tutti sulla coscienza. Questa non è giustizia, lui avrebbero dovuto rinchiuderlo”. La madre di Rosi Bonanno, davanti alla sua abitazione di via Occhiuta, ha sfogato così la sua rabbia, spiegando che la separazione tra i due era avvenuta proprio “perchè mia figlia era in pericolo”.
Leggi l’articolo (da zeroviolenzadonne.it)

10 Lug, 2013

Incendio liceo Socrate: un atto criminale intollerabile

Un atto gravissimo, criminale, che mi colpisce una volta di più perche’ il Socrate è anche stata la mia scuola.

Occorre reagire immediatamente  e anzi la reazione delle forze democratiche della città di Roma è già scattata: il Socrate – liceo modello per i suoi progetti d’integrazione e cittadinanza attiva e consapevole – non dovra’ fermarsi neppure un giorno. Parta subito la ricostruzione, la Regione – come assicurato dall’assessore Smeriglio – farà la sua parte.

Mi auguro che vengano individuati al più presto i responsabili dell’incendio doloso. Non è la prima volta che il Socrate viene preso di mira per il suo impegno: prima le intimidazioni, poi le scritte omofobe. Con l’attentato incendiario di questa mattina si e’ compiuto un salto di qualita’ intollerabile. Le indagini procedano il più celeri possibile. Intanto tutta la mia solidarieta’ agli studenti, agli insegnanti, al preside Rudi.

10 Lug, 2013

La cultura che (r)esiste. Senza fondi

Quando si parla di cultura è impossibile non scadere nella retorica. E in questi venti anni purtroppo è stata fin troppo esasperata.

Siamo sicuramente tutti d’accordo sulle frasi classiche che accompagnano il tema da sempre: “siamo il Paese più ricco del mondo”, “viviamo in città-museo a cielo aperto”, “potremmo vivere solo di cultura e turismo” eccetera, eccetera.

In verità, benché in campagna elettorale si è tutti bravi a sottolineare temi culturali e salvaguardia del nostro patrimonio archeologico, alle parole non sono mai seguiti i fatti. Basti pensare a quell’1,1% di spesa pubblica destinata alla cultura, cifra molto bassa, circa la metà della media europea, che ci fa essere fanalino di coda in Europa.

Il Colosseo è stato solo il caso più simbolico di settimane in cui è davvero accaduto di tutto: musei italiani che chiudono di colpo per le proteste dei custodi, la Reggia di Caserta in stato di totale abbandono, i Bronzi di Riace senza una casa da 1.300 giorni, l’ultimatum dell’Unesco al governo italiano per rimarginare le ferite di Pompei, la scuola del Piccolo teatro di Milano in crisi, l’ennesimo taglio al tax credit per il cinema, le fondazioni liriche (Maggio fiorentino e Carlo Felice di Genova su tutte) sull’orlo del default.

Facile dire “puntiamo su cultura e turismo”, ma ancora dal governo non è arrivata una minima risposta scritta.

Anzi forse a pensarci bene alcune lettere sono arrivate, proprio al ministro della Cultura Massimo Bray: nei giorni del suo insediamento al Mibac, (proprio quando Letta in Tv assicurava “se ci saranno tagli a scuola e cultura mi dimetterò”) non aveva ancora controllato la cassetta della posta. Ad attenderlo c’erano 8.000 bollette della luce arretrate e mai pagate, per la modica cifra di 40 milioni.

Bray adesso si è ritrovato nella infelice posizione di fare appello alla sensibilità di Letta e Napolitano per cercare di ripianare i debiti. Urgono provvedimenti urgenti, prima di perdere tutto. Non sappiamo ancora quanto potrà essere la somma stanziata per tappare i buchi di questo disastro all’italiana. Sicuramente è possibile dire che anche quest’anno bisognerà prepararsi alle ennesime “lacrime e sangue” di tutto il comparto culturale.

Le cifre comunicate dal Mibac non fanno certo intravedere una inversione di tendenza. Basta purtroppo fare i calcoli degli investimenti tagliati: dal 2008 abbiamo perso circa un miliardo e 300 milione di fondi. Cinque anni di colpi inferti alle nostre più grandi ricchezze.

“Soluzioni subito o boicottiamo Venezia” è il grido del mondo del cinema italiano riunitosi per il Festival di Taormina. Per il cinema diventa sempre più complicato destreggiarsi tra la riduzione del tax credit (diminuito da 80 milioni a 30 per il 2014) e il taglio del Fondo Unico per lo spettacolo 2013 (decurtato del 5,2%, ovvero 72,4 milioni di euro).

Le fondazioni liriche presentano debiti per 330 milioni di euro. E se non si interviene subito potremmo dire addio al Maggio fiorentino (anche se in questi giorni si cerca di fare di tutto per scongiurarne la liquidazione). Alla finestra stanno anche altre 11 fondazioni lirico-sinfoniche che dal 1996 non hanno risposte dalla politica. Nessuno si è occupato dei nostri teatri lirici in venti anni. Nessuno. A forte rischio anche il Carlo Felice di Genova che, con perdite di 3 milioni nei sei mesi del 2013, fa fatica a pagare gli stipendi. In crisi anche i teatri stabili a cui è stato tagliato dal bilancio il 5,3% di risorse; oggi contano su 62,5 milioni di euro per 68 teatri. E l’ottimismo certo non regna: “così rischiamo di chiudere”.

I contributi pubblici 2013 per gli istituti culturali sono stati decurtati del 18% rispetto al 2009, afferma il ministero, raggiungendo 14,6 milioni di euro. Tagli e proteste anche per musei e siti culturali: in Italia sono circa cinquemila, uno ogni 10.900 abitanti secondo Confcultura. Gli istituti statali sono in tutto 420 (200 musei, 220 monumenti), in molti casi con forti problemi di personale dovute anche al blocco del turn over che incombe sul Mibac. Per il 2013 l’organico dovrebbe essere composto da 19.132 unità, ma i dipendenti in servizio sono solo 18.568.

Mancano come sempre i soldi per la manutenzione ordinaria di monumenti e siti archeologici. Il programma dei lavori pubblici infatti conterà per il 2013 su soli 47,6 milioni: il 76% in meno rispetto a 10 anni fa. Ridotte all’osso anche le disponibilità per le emergenze e le manutenzioni straordinarie (pensiamo agli ultimi terremoti in Abruzzo, Emilia e Toscana, ma anche agli allagamenti come quello che ha sommerso l’area archeologica di Sibari). Per il 2013 stanziati 27,5 milioni, oltre il 58% in meno rispetto al 2008.

Se investiamo solo poco più dell’1 per cento in cultura, dobbiamo considerare che produciamo il 5,4% della ricchezza prodotta, ovvero 75 miliardi di euro.

Sono circa un milione e quattrocento mila persone, il 5,7% degli occupati, che con la cultura ci “mangia”, secondo lo studio Symbola/Unioncamere. Tutta la “filiera della cultura”, in cui includiamo settori dell’indotto come il turismo legato alle città d’arte, il valore aggiunto prodotto dalla cultura schizza dal 5,4 al 15.3% del totale dell’economia nazionale. Insomma cifre che sottolineano un’evidenza: il valore aggiunto prodotto dalla cultura ha un effetto moltiplicatore senza eguali, attivando altri comparti dell’economia. Anche stavolta, quando passeremo dalla retorica ai fatti?

Celeste Costantino

10 Lug, 2013

Un importante impegno contro le mafie

L’impegno contro la mafia entra nella sede della Pisana, grazie alla bella iniziativa promossa dal Presidente del Consiglio, Daniele Leodori. Dedicando alcuni locali ai Giovani contro le mafie e a tutti i ragazzi in prima linea contro le organizzazioni di stampo mafioso. Il Palazzo ospiterà anche una bottega della legalità in collaborazione con l’associazione Libera: punti vendita di prodotti di ‘Libera Terra’, coltivati sui terreni confiscati.

Quotidianamente i giovani portano avanti con coraggio e passione le loro attività e battaglie antimafia, penso ai giovani di Libera ma anche ai giovani di daSud, che recentemente hanno raccontato – allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza e gli amministrazioni locali sul tema – come le organizzazioni di criminalità organizzata si siano insinuate e ben mimetizzate all’interno della Capitale. Il 23 luglio sarà una giornata importante per tutto il Consiglio regionale del Lazio

09 Lug, 2013

Magma, un movimento che rende fertile la città

Giovedì 18 Luglio, ore 18.00
Urban Center Roma XI
Via Niccolò Odero, 13a

MAGMA è uno spazio politico di discussione – che coinvolge persone provenienti dai movimenti, dalle associazioni, dai partiti, dai lavori e dalle istituzioni – nel quale costruire e condividere saperi, progettualità, pratiche e capacità amministrative per trasformare realmente la città di Roma nella direzione della giustizia ambientale e sociale.

L’obiettivo di MAGMA non è quello di “fare lobbing” ne di “prendere posizione” ma quello, più ambizioso e difficile, di impostare le politiche pubbliche che vorremmo, descrivendone gli obiettivi e le azioni con cui conseguirli, di coinvolgere tutti i soggetti detentori delle conoscenze rilevanti alla loro definizione, indicare i percorsi istituzionali e amministrativi necessari, condividere le pratiche esistenti e mobilitare le forze sociali, politiche ed economiche necessarie a praticarle, valutarne gli impatti e gli esiti.

L’occasione inedita di nuove amministrazioni regionali, comunali e municipali e di una rinnovata sensibilità sociale verso i temi del mutamento del modello di sviluppo urbano, non può essere affrontata con strumenti e metodologie ordinarie. Consuetudine e pratiche asfittiche devono lasciare il passo all’invenzione, alla progettualità sociale condivisa, alla responsabilizzazione sociale, alla discussione animata e al conflitto aperto come pratica di nuova democrazia.

La democrazia e le sue metodologie sono l’oggetto principale di MAGMA. Connettere idee e progettualità è un esercizio utile se alimenta la spinta sociale al cambiamento, se dota questa spinta di una visione inclusiva della città e di un immaginario condiviso che parla a tutti, mettendo al centro le tante periferie della vita urbana. E’ un processo costituente di nuova democrazia quello che vogliamo stimolare, uno spazio che attraverso il coinvolgimento e la contaminazione aiuti la città a voltare definitivamente pagina restituendo a chi la abita le prerogative del governo.

I metodi di discussione ed elaborazione utilizzati da MAGMA saranno esclusivamente partecipati, utilizzando metodologie che facilitano l’emersione di trame comuni (come il World Cafè o il Bar Camp), la produzione di idee nuove e la presa in carico da parte dei partecipanti (Open Space Technology, ProactionCafè), o ancora che permettono di lavorare collettivamente ed efficacemente su documenti testuali (Party), di elaborare visioni condivise del futuro (EASW, laboratori di scenario). Scegliere, di volta in volta, lo strumento giusto aiuta a ottenere il risultato desiderato.

MAGMA individuerà, di volta in volta, un set di politiche pubbliche da impostare in modo partecipato, che si baseranno su una sessione intensa (in genere una giornata) di lavoro collettivo.

MAGMA vuol quindi rappresentare non l’ennesimo soggetto politico ma uno spazio in cui le persone, per un attimo svincolate dai percorsi collettivi originari nei quali si riconoscono e continueranno a riconoscersi, si riprendono, in pieno, la libertà di progettare insieme strategie, iniziative e azioni per una Roma giusta, ecologica, solidale e partecipata.