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L’accesso ai servizi è la chiave attraverso la quale le istituzioni regionali possono anticipare almeno in parte gli effetti dell’approvazione di una normativa nazionale che permetta pari diritti civili e sociali per tutte le forme di unione tra uomini e donne, anche dello stesso sesso.

E’ anche attraverso provvedimenti come quello attuato dalla Asl RMF – che ha introdotto una norma nel proprio regolamento aziendale per tutelare i pazienti ricoverati e i propri conviventi –  che può cominciare un percorso di sensibilizzazione dei dipendenti della pubblica amministrazione, in primo luogo, e di tutti i cittadini e le cittadine”.

Anche se non sposato e dello stesso sesso – prosegue la consigliera – il convivente potrà assistere il proprio compagno ricoverato in virtù di un semplice legame affettivo. La norma, inoltre, garantisce l’accesso alle informazioni e comunicazioni inerenti lo stato di salute del malato; anche per questo credo che il provvedimento sia un atto di civiltà che mi auguro serva da esempio a tutte le strutture sanitarie.

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